Governo, Salvini smussa i toni ma non arretra: i governatori della Lega con il leader

Il segretario del Carroccio insiste: "Modificare la delega fiscale sulla revisione del catasto". Forza Italia bacchetta: "Scossi gli equilibri interni del Centrodestra"

I toni restano alti, ma i contenuti sono sicuramente più morbidi. Dopo meno di 24 ore vissute ad alta tensione, Matteo Salvini sembra ricacciare l’incubo di uno strappo sanguinoso per la maggioranza di governo, ma soprattutto per un pezzo (consistente) della Lega. Il segnale di ‘tregua’ arriva dal suo voto favorevole in Senato alla risoluzione di maggioranza sulla Nadef, ma sulla revisione del Catasto non arretra, anche se apre uno spiraglio. “Partendo da quello che c’è scritto nel testo, perché verba volant scripta manent, nella delega fiscale approvata ieri in Cdm, al comma 2 dell’articolo 7, lettere a e b, c’è un aumento possibile delle tasse sulla casa. Ecco perché la Lega non ha votato”. Dunque, offre la soluzione: “Contiamo che il Parlamento tolga questi passaggi, poi tiriamo dritti sul taglio dell’Irap, abbassamento dell’Iva e revisione degli scaglioni Irpef”.

Il leader del Carroccio gioca sul filo delle parole, ma è evidente che si sente ‘rassicurato’ dalle parole di Mario Draghi. Che pure non le ha mandate a dire, ma ha comunque preso l’impegno che un aumento della pressione fiscale non ci sarà. Ecco, dunque, materializzarsi lo smussamento degli angoli. Perché non tutto è da cestinare: “Ci va bene il passaggio che porta all’emersione degli immobili abusivi, perché in Italia ci sono più di 1 milione di immobili che non esistono, immobili ‘fantasma’, ma ogni possibilità, attuale o futura, di aumento della tassazione sulla casa non potrà mai avere il sostegno della Lega”.

Dalla pancia del Carroccio, poi, arriva un assist fondamentale al leader, quello dei governatori. “Sulla delega fiscale è necessario un approfondimento. Servono garanzie che né questo né i prossimi governi utilizzino la riforma del Catasto per innalzare surrettiziamente le tassazioni sulla casa. In assenza di tali certezze, si rischierebbe di andare a colpire, duramente e ingiustamente, due pilastri del Paese quali il settore edilizio e le famiglie”, scrivono in una nota congiunta Massimiliano Fedriga, Attilio Fontana, Maurizio Fugatti, Christian Solinas, Donatella Tesei e Luca Zaia. E oggi pomeriggio Salvini tasterà il polso dei coordinatori regionali della Lega, in una videoconferenza che avrà all’ordine del giorno il bilancio delle amministrative, i ballottaggi e i referendum sulla Giustizia.

I problemi per il segretario federale, semmai, potrebbero arrivare dagli alleati. Non quelli di governo, perché da Pd e M5S continuano le bordate, ma dalla coalizione di centrodestra. Forza Italia è schierata nel campo del premier, nella partita della delega fiscale. “Si tratta di modernizzare la nostra pubblica riscossione dei tributi, e questo si sta facendo. Nessuna patrimoniale, anzi: il solo pensarlo è ridicolo”, tuona Renato Brunetta. Ancora più esplicita è Mara Carfagna: “La Lega ha deciso di non partecipare al voto in Cdm, onestamente e personalmente è una scelta che non comprendo, oltre che non condividere”. La ministra per il Sud pone anche un tema politico serio: “Gli equilibri del centrodestra sono sicuramente scossi dalla competizione interna: dalla gara elettorale fra Meloni e Salvini. Ed anche i risultati poco soddisfacenti in alcune città mostrano che è davvero ora di smetterla”.

Sullo sfondo, infatti, resta sempre un incontro a tre, tra Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, che per ora non è in agenda. Il faccia a faccia servirà a capire quali sono le reali intenzioni del numero uno di via Bellerio, soprattutto dopo le voci di un possibile addio al governo dopo i ballottaggi. Una sorta di ‘Papeete bis’ che nessuno si sente ancora di escludere.