Napoli al voto, sfida a quattro per le comunali

Il centrodestra teme il sorpasso di Bassolino per il ballottaggio

Sette i candidati in campo che corrono per la poltrona di primo cittadino alle amministrative del prossimo 3 e 4 ottobre a Napoli. Ma la sfida è tra i 4 principali competitor: Gaetano Manfredi, Catello Maresca, Antonio Bassolino e Alessandra Clemente. Tre i candidati dell’area progressista-riformista, per un centrosinistra ‘spezzatino’: l’ex rettore della Federico II, l’ex sindaco e governatore e l’ex assessore ai Giovani. Uno, il magistrato anticamorra, in campo con la coalizione di centrodestra. Con loro un esercito di aspiranti consiglieri comunali. Tredici le liste per Manfredi, otto quelle per Maresca (erano 12, ma 4 sono state ricusate), cinque per Bassolino e tre per Clemente. Gli altri candidati a sindaco sono Rossella Solombrino, 36enne che correrà con la lista Equità territoriale; Matteo Brambilla, dissidente del M5s e capogruppo uscente dei grillini in Consiglio comunale, che si è presentato con la lista Napoli in movimento; Giovanni Moscarella, no vax che è in corsa per la lista Tre V verità e libertà. A una settimana dal voto il favorito resta l’ex ministro dell’Università Manfredi. Il candidato del centrosinistra può contare contare, grazie all’alleanza tra Pd e M5S, sul supporto di tutti i leader nazionali, che si sono spesi in questi due mesi di campagna elettorale: dal presidente della Camera Roberto Fico e l’ex premier Giuseppe Conte, fino al segretario nazionale del Pd Enrico Letta, passando per i ministri Andrea Orlando, Roberto Speranza, Lorenzo Guerini, Stefano Patuanelli, Luigi Di Maio. L’ex rettore ha però dribblato scientemente tutti i confronti pubblici con gli altri candidati.

Un’attenzione, quella dei big dei partiti, che non è stata riservata al “civico-politico“, come ama definirsi Catello Maresca. Il magistrato, lanciato dal numero uno del Carroccio Matteo Salvini, ha visto scemare intorno a lui l’attenzione dei leader nazionali del centrodestra, con buona pace di FI, unico partito della coalizione che ha continuato a spendersi per Maresca. Il ministro per il Sud Mara Carfagna e il vicepresidente e coordinatore nazionale degli azzurri Antonio Tajani hanno fatto capolino in città diverse volte in queste ultime settimane. Salvini prima e Giorgia Meloni poi, nonostante le visite programmate nei comuni al voto in Campania (Salvini è stato a Caserta, Benevento e Salerno) e a Napoli (Meloni), si sono tenuti alla larga da Maresca. Per il Carroccio ha pesato non poco l’esclusione della lista Prima Napoli, di ispirazione leghista, a causa di errori marchiani (come la mancata presentazione del simbolo), così come per FdI il mancato accordo con Maresca sulle dieci Municipalità, dove la coalizione di centrodestra andrà spaccata. Un’alleanza, quella tra Maresca e i partiti, che alla fine ha prodotto più caos che altro. Il tentativo di Maresca in questa ultima settimana sarà quello di serrare i ranghi e provare la volata per strappare il ballottaggio.

Sornione dietro di lui, l’ex sindaco Bassolino, che ha rosicchiato non poco al Pd, suo ex partito, del quale è stato co-fondatore. È riuscito a portarsi dietro alcuni segretari di circolo democrat e una parte della Cgil napoletana vicina a un ex consigliere regionale dem. Con le sue cinque liste tenterà di strappare al centrodestra il biglietto di ingresso per un eventuale ballottaggio. Infine, la candidata del sindaco uscente Luigi de Magistris, Clemente, si propone come outsider di queste elezioni all’ombra del Vesuvio. Con lei, oltre le due liste civiche, anche Potere al Popolo e qualche pezzo dell’amministrazione uscente.