“Quando c’è in una classe un ragazzo positivo c’è una procedura chiara che il preside deve seguire: lui e chi è intorno a lui viene allontanato e si verifica quanto è largo il cluster. Abbiamo però introdotto una cosa chiara: mentre un tempo quando c’è era un focolaio il presidente di una Regione o un sindaco poteva mettere in quarantena tutta la regione o tutto un comune, questo non avviene più. Laddove dovesse avvenire si isola la situazione di rischio che viene subito monitorata. L’idea che tutta una regione vada in quarantena non c’è più”. Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi a ‘Morning News’ su Canale5.
Sulla questioen green pass Bianchi ha spiegato che “lo controlleranno i presidi”. “Stiamo facendo questo grande lavoro insieme a loro e all’autorità per la privacy per avere uno strumento semplice e facile che permetta loro, tutte le mattine, di verificare chi ha il disco verde e chi ha il disco rosso”, ha spiegato ancora il ministro che ha poi charito: “Ci stiamo lavorando con il Garante della Privacy. Da quando i ragazzi saranno a scuola ci sarà questa misura”.
Durante il suo intervento Bianchi ha poi spiegato: “Abbiamo stabilito nel decreto di inizio agosto che gli studenti universitari devono essere vaccinati, l’obbligo vaccinale riguarda loro, non i nostri”. “Per quanto riguarda il personale c’è una indicazione che dice ‘secondo le indicazioni delle autorità sanitarie’. Quindi i fragili, che hanno delle problematiche sanitarie tali da non poter essere vaccinati”, ha chiarito il ministro che ha aggiunto: “Se uno ritiene di dover fare un tampone si ricordi che il tampone non è un sostituto del vaccino ma un atto di tracciamento”.
“Ormai siamo sopra il 90% dei vaccinati, la situazione sta rapidamente mutando”, ha sottolineato il titolare dell’Istruzione sottolineando che “c’è stato un forte aumento dei vaccinati, non solo fra i professori ma soprattutto negli studenti che ringrazio. La norma è chiara: chi ha il green pass va a scuola, chi non ce l’ha sarà sospeso”.
Infine, per quanto riguarda le cosiddette classi pollaio Bianchi ha dichiarato: “Abbiamo un quadro al millimetro della situazione italiana. Le classi che vanno fuori dalla norma attuale, cioè da 15 a 27 alunni, sono il 2,9% su base nazionale. E sono concentrate soprattutto negli istituti tecnici delle grandi città. Noi agiamo su queste, non facciamo più interventi a pioggia ma mirati che prevedono ad esempio che il personale Covid non venga più distribuito a pioggia ma venga concentrato dove ci sono i problemi”.