Così il Capo dello Stato in visita a Milano durante l'inaugurazione dell'Anno Accademico della Statale

“Siamo sulla buona strada ma ancora non siamo al traguardo” della pandemia, “serve tenere alta l’attenzione”, ma in questi mesi “è emerso agli occhi di tutti il valore della ricerca. Non saremo mai abbastanza grati al mondo della scienza per la velocità con cui sono stati in grado di consegnare gli strumenti per sconfiggere la pandemia” e per questo “non dobbiamo dimenticare gli insegnamenti quando l’emergenza sarà finita”, Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo durante la sua visita all’Università Statale, per la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2020-2021.

Ad accoglierlo, fra gli altri, la ministra dell’Università e della ricerca, Maria Cristina Messa, il sindaco Giuseppe Sala, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e il rettore dell’ateneo, Elio Franzini. Questa è la prima tappa della sua visita milanese, che proseguirà alle 12.30 all’aeroporto di Linate con il taglio del nastro della nuova area imbarchi dello scalo meneghino.

L’intervento in Statale della ministra dell’Università Maria Cristina Messa

“Vi ringrazio per l’accoglienza e mi congratulo con voi per le attività di didattica e di ricerca che avete assicurato, con dedizione e impegno, durante i mesi più difficili e duri della pandemia, così devastante per la nostra città di Milano. Città multiculturale e innovativa che ha lottato per mantenere la propria laboriosità inclusiva, con un approccio solidale e comunitario, anche durante l’emergenza sanitaria”, ha detto la ministra dell’Università e della ricerca, Maria Cristina Messa, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico della Statale di Milano. “Oggi, con questa 96esima inaugurazione, guardiamo al futuro con una speranza più forte. Lo facciamo forti – ha aggiunto – del nostro essere qui insieme, riaffermando quelli che sono i valori distintivi dell’essere università: partecipazione, presenza, comunità. Valori normali e scontati fino a un anno e mezzo fa, ma che ora rappresentano una novità, una sfida per un ritorno consapevole alla socialità della conoscenza.

“Dobbiamo arginare il pressappochismo scientifico trasmettendo ai giovani la passione per la buona ricerca scientifica, invitarli a studiare e ad approfondire le conoscenze in ogni campo. Per farlo occorre offrire testimonianze di scienza, trasferire conoscenze e metodologie, senso critico e dubbio scientifico. Perché è dalla buona ricerca che dipende il futuro individuale e collettivo. E i giovani devono diventarne protagonisti”. “Diamo loro fiducia, garantendo e rispettando i loro diritti: da quello di poter accedere agli studi indipendentemente dalle condizioni economiche di provenienza a quello di condurre ricerche libere con alte percentuali di errore – e questo perché la garanzia e il rispetto dei diritti sono il più potente motore per l’assolvimento dei doveri”, ha concluso.

L’intervento del rettore Elio Franzini

“Di solito la cerimonia che inaugura l’anno accademico serve a fare il punto sul proprio ateneo, con numeri e cifre, come si è fatto lo scorso anno, inaugurando a febbraio, pochi giorni prima della sospensione della didattica. Quest’anno la data un po’ avanzata, e quel che è accaduto, risparmiano a noi tutti questo rito. E del resto, ricordando le scorse inaugurazioni, è difficile non vedere di nuovo qui con noi – ricordo il posto esatto in Aula Magna – persone che non ci sono più, portate via dal Covid. Li ricorderemo tra non molto, con un breve brano musicale. E con loro ricorderemo tutte le vittime della pandemia”, ha detto il rettore dell’Università degli Studi di Milano, Elio Franzini. “Oggi, in senso proprio non inauguriamo, ma vogliamo testimoniare, anche grazie a Lei signor Presidente, alla sua presenza, che andiamo avanti, che non siamo mai stati fermi“. “Le Università sono state, e ancora sono, sottoposte a uno stress test di straordinaria rilevanza, ma tuttavia non possono dimenticare i problemi aperti“, ha aggiunto.

 

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