Come annunciato nei giorni scorsi, il centrodestra di governo ha depositato in Senato un testo unitario che aumenta le pene in caso di discriminazione e violenza, che si propone come ‘alternativa’ al ddl Zan. Il disegno di legge è firmato da tutte le forze del centrodestra di governo, con l’auspicio che l’intero Parlamento possa sostenerlo, superando le battaglie ideologiche e i pregiudizi di questi mesi.
Il disegno di legge depositato è composto da tre articoli in materia di “Disposizioni in materia di circostanze aggravanti nei casi di violenza commessa in ragione dell’origine etnica, credo religioso, nazionalità, sesso, orientamento sessuale, età e disabilità della persona offesa“, ed è firmato dai senatori Licia Ronzulli (Forza Italia), Matteo Salvini (Lega), Paola Binetti e Gaetano Quagliariello (Cambiamo). Il testo prevede, come si legge nella presentazione, che “il compito del diritto penale è quello di attenersi alla materialità dei fatti, non potendo essere utilizzato per promuovere valori etico-culturali, pena un’inammissibile ricaduta nell’indeterminatezza della fattispecie che, secondo l’articolo 25 della Costituzione, deve rispettare precisi requisiti di tipicità: facendo buon governo dei principi di materialità e di necessaria lesività che ispirano il diritto penale, riteniamo necessario predisporre appositi interventi normativi, volti ad aggravare il sistema sanzionatorio”.
“Il testo sull’omofobia depositato dal centrodestra di governo è chiarissimo nel perseguire qualsiasi forma di violenza: priorità che dovrebbe essere di tutti. Ora la sinistra non ha più alibi e si vedrà se davvero il suo scopo è contrastare le violenze. Il resto è ideologia”, ha detto Quagliarello.
Immediata la reazione del deputato Pd, Alessandro Zan, ‘padre’ del ddl Zan che divide le varie anime del governo: “Il testo presentato dalla destra è un attacco alla #LeggeMancino. Non solo cancella le tutele del #ddlZan, ma, prevedendo solo un’aggravante comune, diminuisce le tutele per i crimini d’odio razziale, etnico, religioso. Un vergognoso insulto ai diritti in pieno stile sovranista”, ha scritto su Twitter il deputato Pd, primo firmatario della legge contro l’omotransfobia, già passata alla Camera e in discussione alla commissione Giustizia del Senato.