Ancora stallo sul disegno di legge Zan contro l’omofobia, la transfobia e l’abilismo. A palazzo Madama non basta la riunione dei capigruppo di maggioranza richiesta ieri dal presidente leghista della commissione Giustizia Andrea Ostellari per superare l’impasse. Resta il muro della Lega, che non intende votare a favore della calendarizzazione del provvedimento. Il capogruppo del Carroccio Massimiliano Romeo porta il tema nell’aula del Senato e chiama in causa direttamente il premier. “Il presidente Draghi ha chiesto espressamente, in questa fase delicata del nostro Paese sotto l’aspetto sanitario ed economico, di accantonare tutto ciò che ha significato un marcare la differenza tra i vari partiti negli ultimi venti anni. Andare avanti con questi temi divisivi – sottolinea – significa avvelenare il clima all’interno e mettere in difficoltà e ulteriormente a rischio una situazione che è già difficile tra di noi”.
Pd, M5S, Iv e Leu, però, non ci stanno. “Noi vogliamo semplicemente discutere in commissione Giustizia dei disegni di legge che riguardano i crimini di odio. Visto che c’è una maggioranza ampia a sostegno del governo, il Parlamento può votare i decreti per l’emergenza e lavorare sui disegni di legge di iniziativa parlamentare. Lo Zan è un ddl contro i crimini di odio. E penso che su temi come questo ci possa essere un consenso trasversale”, replica la presidente dem Simona Malpezzi. “Nessuno può avere potere di veto”, le fa eco la capogruppo di Liberi e Uguali Loredana De Petris, mentre Davide Faraone propone di “portare il dibattito in Assemblea, presentando ognuno i suoi emendamenti”. Anche Italia Viva – è la sottolineatura – vuole “avanzare proposte di modifica al provvedimento”. La volontà di cambiare il testo manifestata dai renziani spiazza gli alleati: “Alla Camera era stata Iv a volerlo così – viene fatto notare – hanno deciso di affossare la legge?”, ma poi Faraone precisa: “Obiettivo di Italia Viva è portare a casa la legge sull’omofobia ed uscire dallo stallo. Credo che questo sia il momento giusto per trovare una ampia convergenza sulle modifiche che molti gruppi parlamentari hanno chiesto”, mette in chiaro. “Nessun tentativo di sabotaggio”, assicurano i vertici renziani.
Dopo il nulla di fatto nella riunione di maggioranza con il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, dunque, la palla tornerà alla commissione Giustizia. La settimana prossima, con ogni probabilità, si arriverà a un voto sul calendario e l’ex maggioranza che sosteneva il Governo Conte 2 dovrebbe avere i numeri per portare a casa una data di inizio lavori.
Dai social, torna ad attaccare la Lega Fedez: Nonostante più di 300 mila firme di cittadini che chiedono la calendarizzazione del ddl Zan e nonostante la maggioranza della commissione giustizia sia positiva alla calendarizzazione, una persona, un singolo, il signor Ostellari, presidente della commissione Giustizia, ha deciso di fare il cazzo che gli pare in barba alla democrazia. Ostellari tu sei un senatore non Beyonce ripetitelo prima di andare a letto – tuona – mi aspetto che Casellati si imponga e faccia chiarezza”.