A Roma primarie per la carica di primo cittadino, Gualtieri in campo

“Incontrerò Renzi e parleremo di che tipo di futuro costruire per la Sinistra”. Enrico Letta è determinato. Il suo lavoro per un campo di centrosinistra “largo e inclusivo” è appena all’inizio. “Noi vogliamo costruire un’alleanza di centrosinistra con i 5 Stelle”, assicura. Ancora, però, fanno sapere da Italia viva, non ci sono stati contatti tra i due. Il segretario del Pd “ha evitato” di chiamare il leader di Iv, è la lettura, che però fa sapere di non avere “alcuna difficoltà” sulla questione. “Non è l’ultimo, devo fare ancora diversi incontri”, replica il leader Dem che punta a costruire un perimetro che sia in grado di vincere. “Se andiamo soli, noi regaliamo l’Italia a Salvini e Meloni. Per questo dobbiamo fare una coalizione con chi ci è più vicino – insiste – con l’ambizione di essere la leadership di questa alleanza. Poi individueremo la modalità per decidere il candidato premier, e dipende anche da legge elettorale”.

In Parlamento il confronto sulle riforme non è ancora iniziato. Il capogruppo Pd in Senato Dario Parrini propone un sistema proporzionale corretto da un limitato premio di maggioranza alla coalizione,il pentastellato Giuseppe Brescia ricorda la “storica predilezione” del M5S per il proporzionale. Dalle parte di Iv, in ogni caso, sono convinti che alla fine si voterà con il Rosatellum, sistema attualmente in vigore, reso iper maggioritario dalla riduzione del numero dei parlamentari. “Enrico deve decidere se fare l’ accordo anche con noi.

Se non lo fa per rincorrere le follie di Grillo – ragiona Renzi con i suoi – col 3% torniamo in Parlamento e costruiamo l’alternativa al populismo”.

Il primo test “importante” per la futura alleanza sarà quello delle amministrative. La strada è ancora lunga e Roma resta il dossier più spinoso. “Nei prossimi giorni lo apriremo, penso che faremo le primarie”, azzarda Letta che tra i candidati in campo annovera l’ex titolare del Mef Roberto Gualtieri. “Su Roma il nostro giudizio sul sindaco uscente non è lo stesso di quello dei 5 Stelle, e rischia di essere una pietra di inciampo”, ammette il segretario che riconosce di giocarsi “l’osso del collo” su questa partita.

Nell’ottica di allargare il campo Letta incontra una delegazione delle Sardine. Un confronto “molto lungo e molto positivo, sia nello spirito che nei contenuti”, assicurano entrambi i partecipanti al tavolo. Un faccia a faccia “interessante anche nel linguaggio e nei temi non convenzionali rispetto al politichese”, sottolinea il Nazareno che inquadra la chiacchierata con Mattia Santori e compagni come una tappa del percorso di “rigenerazione della democrazia attraverso nuovi modelli di partecipazione”, che muova dal riconoscimento reciproco e dalla volontà di aprire un cantiere che coinvolga anche soggetti che si riconoscono nei valori del centrosinistra non organizzati in partiti. Il Pd come partito, però, “c’è , è vivo e chiede di essere ascoltato”. E a dimostrarlo sono i “grandi numeri” di partecipazione che arrivano al quartier generale dagli oltre 5mila circoli sparsi sul territorio nazionale. Il segretario partecipa “come militante” all’assemblea di Testaccio, annuncia le ‘Agorà democratiche’, che si svolgeranno da luglio a dicembre e indica la parola d’ordine: “intelligenza collettiva”.

Intanto alla Camera vanno avanti le trattative per la nuova capogruppo. In campo ci sono le candidature di Debora Serracchiani e Marianna Madia. “Non è vero che siamo in alto mare, c’è una sana competizione tra loro ed è un bene che nei prossimi giorni si parlerà di queste due donne del Pd”,assicura Letta. Possibile, però, che si arrivi a un accordo e che alla fine Madia si sfili e tutti i deputati convergano sull’attuale vicepresidente del partito. Serracchiani, in ogni caso, stando a ‘radio Transatlantico’, anche nel caso in cui si andasse ai voti, sarebbe “superfavorita”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: , , ,