Su Alessandra Todde, vice ministra dello Sviluppo economico dopo esserne stata sottosegretario, si concentrano speranze e aspettative di una terra che non vede l’ora di rinascere. Perché è lei, 52enne nuorese in quota 5 Stelle, l’unica rappresentante della Sardegna nel governo Draghi. “Sento forte, fortissima questa responsabilità, ma altrettanto forte è il desiderio di farlo bene. Sono andata via dalla Sardegna a 17 anni e sono tornata 3 anni fa”, racconta a LaPresse. “La mia terra mi è mancata moltissimo, ne ho conservato i valori, allo stesso tempo ho fatto mie esperienze tanto diverse e tutte importanti. Questo credo possa essere il valore aggiunto per poter operare oltre ogni barriera”.
Anche per la Sardegna, strategico sarà il Recovery Plan, perché “ci dà occasione di fare investimenti infrastrutturali che in un momento normale non sarebbero possibili”, spiega. “Infrastrutture dirimenti, che ci consentiranno di intervenire sulle direttrici economiche e produttive, disegnando una visione per il futuro. Nel documento nazionale ci sono le linee guida generali. Poi ci sono i temi specifici per la Sardegna: la filiera dei porti, gli interventi nel mondo agricolo e produttivo, il turismo, il sistema agropastorale, i piccoli artigiani e il commercio. Naturalmente servono infrastrutture stradali e ferroviarie, ma soprattutto – sottolinea la vice ministra – quelle infrastrutture digitali che consentiranno davvero di abbattere gap e disuguaglianze”.
Argomenti su cui presto l’esponente del governo si confronterà col presidente della regione Christian Solinas. “Lo vedrò prossimamente, in uno spirito di collaborazione che intendo assolutamente mantenere. Sono all’interno di un governo di unità nazionale, è mio dovere e mia volontà portare le istanze della Sardegna a qualsiasi livello”. C’è poi l’eterno problema dell’isola, la continuità territoriale, una conquista mai definitiva. “Alitalia ha rinnovato l’offerta dei voli in continuità territoriale sulle sei rotte dai 3 aeroporti sardi, resta aperto il tema dei traghetti che speriamo di risolvere presto. Ma credo – evidenzia l’esponente M5S di governo – che l’unica strada sia una soluzione strutturale, che va studiata anche guardando a esempi di altri paesi. Altrimenti, vivremo sempre col la spada di Damocle sulla testa. I sardi hanno lo stesso diritto a spostarsi degli altri, e dobbiamo lavorare per garantirlo”.
E le scorie nucleari, con la Sardegna in rivolta contro l’ipotesi del deposito? “Difenderò la posizione dei sardi che è univoca, trasversale e molto forte. Noi non abbiamo mai ospitato scorie, e non dobbiamo certo iniziare adesso. Abbiamo garantito allo Stato il nostro supporto per le servitù militari – ricorda Todde – ma sulle scorie non c’è disponibilità, come invece c’è in altri territori”.
Infine, l’industria. Che anche nell’isola “ha un futuro, a patto che si lavori non solo sulle singole vertenze nei singoli territori – Sulcis, Porto Torres, Macchiareddu – ma si faccia un’operazione di sistema. Per un vero rilancio industriale – chiarisce – bisogna infrastrutturare le aree, garantire un’energia che costi come nel resto d’Italia, razionalizzare il sistema dei porti. Anche l’azienda più forte non resiste se non c’è una struttura che la sorregge e la fa crescere. Stiamo investendo nella transizione ecologica, penso che rinunciare alla chimica verde sarebbe una follia. Un territorio viene riqualificato quando è vivo, quando ospita attività produttive e crea indotto. Se non c’è nulla, un territorio muore. È possibile fare industria, essere competitivi e anche virtuosi: non ha senso essere contro l’industria – conclude Todde – perché significa rinunciare a essere competitivi”.