Il neo premier alle 10 a Palazzo Madama. Stasera è previsto il voto di fiducia

I vaccini e il superamento della pandemia. La ripresa economica, con enfasi sull’ambientalismo e la tutela del lavoro. L’occasione del Recovery fund da sfruttare per rilanciare il Paese, a partire dalle infrastrutture. L’europeismo e l’atlantismo come linee guida per la politica estera. Le riforme, ovvero fisco, giustizia civile e Pa. Ma soprattutto necessità di lavorare uniti e compatti per un fine unico che è il bene del Paese e non delle singole forze politiche, nel momento più critico della sua storia dal Dopoguerra. Sono i punti chiave del discorso cui Mario Draghi sta lavorando senza sosta da giorni per il suo esordio in Parlamento. L’ex Bce sarà stamattina in aula al Senato, domani alla Camera: i numeri non sono un problema, si preannuncia una maggioranza bulgara per la fiducia al governo. Ma il discorso ha un’importanza fondamentale perché servirà a capire il progetto di Draghi.

L’attenzione è massima: dal giorno dell’incarico, quando fece una breve dichiarazione, il neo premier non ha più parlato con i giornalisti. “Non abbiamo fatto ancora nulla, quindi non abbiamo niente da dire”, il messaggio-raccomandazione ai ministri dopo il primo Cdm di insediamento. E anche nei giorni delle consultazioni per la formazione del governo i partiti erano rimasti spiazzati: “più che parlare, ascolta”, raccontavano. Con qualche breve messaggio affidato a questo o quel colloquio, come l’annuncio del ministero della Transizione ecologica di cui fece portavoce il Wwf. Per non parlare della scelta dei ministri. Insomma, finora Draghi ha fatto capire qual è l’orizzonte in cui vuole muoversi, ma si attendono chiarimenti sul programma vero e proprio.

Inutile dire che vige il più stretto riserbo, dagli uffici di palazzo Chigi poco filtra sui contenuti del discorso che dovrebbe non essere lunghissimo, senza troppi orpelli e toni enfatici, e concentrarsi su tutti i temi chiave con chiarezza di intenti, se non di dettagli. Sarà rivolto alla neonata maggioranza ma anche a chi ha scelto di stare all’opposizione: non è il momento de divisioni e delle parole, è il momento dei fatti per ‘mettere in sicurezza il Paese’. “La consapevolezza dell’emergenza richiede risposte all’altezza della situazione”, aveva detto nelle sue dichiarazioni al Colle, ricordando che “abbiamo l’opportunità di fare molto per il nostro Paese, con uno sguardo attento al futuro delle giovani generazioni e al rafforzamento della coesione sociale”. Affianco a Draghi ci saranno i ministri, ma non tutti e 23: non per motivi politici ma sanitari. Troppi infatti per sedere tutti insieme ai banchi del governo. i componenti della neonata squadra si alterneranno – mantenendo sempre la rappresentanza dei vari partiti – sia al Senato che alla Camera per dare il loro supporto al premier.

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