Il Cav sposa la linea attendista, Lega e Fratelli d'Italia ribadiscono: "Elezioni via maestra"

Mantenere il fronte compatto, rimandare prese di posizione nette che, al momento, rischierebbero di spaccare non solo la coalizione ma anche di generare fratture interne alle singole forze politiche. Il centrodestra prende tempo e, mentre il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, riceve al Quirinale il presidente incaricato Mario Draghi, si riunisce per fare il punto della situazione e provare a concordare un punto di caduta comune in vista delle consultazioni. La linea sovranista di Lega e Fratelli d’Italia si confronta con quella moderata e responsabile di Forza Italia, con il leader azzurro, Silvio Berlusconi, collegato via Zoom, che non abbandona l’ambiguità e sposa la posizione ‘attendista’. “Andiamo a vedere cosa dice Draghi e poi il centrodestra deciderà insieme” il messaggio spedito al tavolo della Provenza, da dove è pronto a muoversi per le consultazioni con l’ex numero uno della Bce.

Il Cav vuole conoscere le intenzioni su formazione e programmi della nuova squadra di Palazzo Chigi. Nessuno riferimento al voto anticipato, che invece resta nei pensieri di Lega e FdI. “Continuiamo a pensare che la via maestra siano le elezioni che possono essere svolte in sicurezza, visto che in primavera si voterà in 1.300 comuni rappresentativi di circa 20 milioni di italiani. Il voto potrebbe dare al paese stabilità, efficienza e un Parlamento e un governo stabili per cinque anni”, sottolinea il leader del Carroccio, Matteo Salvini, assicurando che andrà da Draghi “ad ascoltare, proporre e valutare. Vediamo che visione c’è dell’Italia. Senza pregiudizi”. Ma con un orizzonte chiaro: “Se mi si dice ‘andiamo avanti per due anni’, non funziona”. Il ricorso alle urne è un tasto su cui batte, almeno pubblicamente, anche Meloni, secondo cui “non c’è alcuna possibilità di una partecipazione o anche di un sostegno da parte di FdI al governo Draghi”. “Gli italiani hanno il diritto di votare”, scrive a sera su Facebook dopo aver però indicato al tavolo con gli alleati una strada alternativa per evitare strappi: “Per mantenere unito il centrodestra sono disposta a fare un passo intermedio concordando con tutta la coalizione una posizione di astensione”.

Da tempo ormai convivono diverse anime nel centrodestra. Lo stesso Salvini non può non riconoscerlo. “Da settimane sto lavorando per tenerlo unito – evidenzia – ma è chiaro che ci sono idee diverse tra Meloni, Lupi, Cesa, Toti e Berlusconi. Io devo fare sintesi”. La strategia di portare al Colle una voce unica per richiamare le elezioni, spiegano fonti interne, hanno ottenuto il risultato sperato: far saltare da palazzo Chigi il Conte ter, grazie anche al mancato sostegno dei responsabili. Molti dei quali sarebbero arrivati in soccorso proprio dal partito dell’uomo di Arcore.

Gli occhi non a caso restano puntati su Forza Italia dove si attende da un momento all’altro l’esplosione degli anti-salviniani pronti a staccarsi dalla casa madre qualora Berlusconi non dettasse una linea chiara a sostegno del governo Draghi. Sotto la lente di ingrandimento gli incontri trasversali a Palazzo Madama tra i senatori dell’Udc e i renziani, mentre alla Camera la vicepresidente Mara Carfagna torna a vedersi con il governatore della Liguria e leader di Cambiamo, Giovanni Toti. Con lui l’ideatore della definizione di ‘governo di salute pubblica’, Gaetano Quagliariello, un esecutivo pronto a risolvere le emergenze del Paese.

Proprio quello che Mattarella ha chiesto all’ex presidente della Bce.

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