Il premier a caccia dei voti per avere la maggioranza al Senato
Centocinquantuno, forse centrocinquantatré voti. I numeri per una piena autosufficienza il governo Conte 2 ancora non ce li ha al Senato. Ma il progetto dei Responsabili è avviato, sotto l’effige più musicale dei ‘Costruttori’, ed è work in progress. Difficilmente, però, porterà a quota 161 la soglia dei voti entro martedì prossimo. Chiarito dove si è fermato al momento il pallottoliere, ora tocca capire chi è nel progetto. O meglio, nei progetti. Perché le strade sono due, parallele: la prima porta al neonato gruppo Maie-Italia23, tenuto a battesimo a Palazzo Madama dal sottosegretario agli Esteri, Riccardo Merlo: “Per costruire uno spazio politico che ha come punto di riferimento Giuseppe Conte”.
Ad oggi i componenti sono quattro: oltre a Merlo, ci sono infatti Raffaele Fantetti, Adriano Cario, Sandra Lonardo in Mastella e gli ex pentastellati, Saverio De Bonis e Maurizio Buccarella, mentre appare difficile convincere a entrare Gregorio De Falco, che aspetta un segnale “forte” dal governo sulla lotta al Covid-19. Mentre restano in bilico altri ex M5S come Lello Ciampolillo, Carlo Martelli e Marinella Pacifico, dai quali non dovrebbe comunque mancare l’appoggio a Conte.In questo primo serbatoio, dunque, potranno confluire i senatori del gruppo Misto che sostengono o intendono sostenere l’esecutivo, con il ‘bonus’ di poter prenotare un posto in quello che un domani, non troppo lontano, dovrebbe diventare il partito dell’attuale premier.
E qui si innesta l’altro disegno politico, di più ampio respiro, che guarda soprattutto all’Udc, per creare una costola italiana del Partito popolare europeo in cui accogliere i centristi che si rispecchiano nei valori cattolici, e a capo del quale mettere proprio Conte. Disegnpo che sembra però essere sfumato: “Non si può gettare il Paese nella palude e nel caos! Gli italiani sono stanchi e stremati. Non ci prestiamo a giochi di palazzo e stiamo nel Centrodestra. Continueremo a lavorare in questo frangente drammatico per il bene del Paese. I nostri valori non sono in vendita”, dicono in una nota diffusa dall’ufficio stampa nazionale Udc.
Se il ‘matrimonio’ con Conte avverrà la data delle nozze potrebbe essere fissata già lunedì prossimo, alle 15, durante la segreteria politica nazionale del partito. A poche ore dal primo voto di fiducia a cui il governo si sottoporrà dopo lo showdown di Italia viva. Ma prima i ‘Costruttori’ avrebbero posto una condizionalità, decisamente esosa, al presidente del Consiglio: dimissioni formali, Conte ter e la definizione degli incarichi di governo. Questo per giustificare la rottura di un rapporto con il centrodestra, che verrà sancito nell’attimo stesso in cui i senatori scudocrociati Paola Binetti, Antonio De Poli e Antonio Saccone daranno la fiducia all’ex ‘avvocato del popolo’. Per poi completare il quadro di sottogoverno una volta che sarà portato l’assalto agli scontenti di Italia viva. Dove l’osservato speciale resta Leonardo Grimani, ma si tengono sott’occhio anche Eugenio Comincini, Donatella Conzatti e Gelsomina Vono. Tutti e tre giurano fedeltà a Matteo Renzi, ma in politica la parola ‘mai’ è bandita. Soprattutto perché la macchina della diplomazia del Pd è in moto per soffiare risorse preziose all’ex segretario. Le grandi manovre, dunque, sono solo all’inizio.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata