Partito democratico e Movimento 5 Stelle fanno quadrato intorno a Giuseppe Conte, assediato dalle bordate di Italia Viva sul Recovery Plan e sulla gestione della pandemia. Stasera dopo il Consiglio dei ministri via libera al pacchetto sui fondi europei, chiesto informalmente da Mattarella, i renziani sono pronti a ritirare le loro ministre dal governo e aprire la crisi. “La crisi è un grave errore politico e non solo perché non lo capiscono gli italiani ma anche a livello internazionale perché con Biden si apre una nuova stagione del multi lateralismo: non è una bella notizia che in Itala si paventa il rischio legittimo che gli alleati di Trump tornino al potere”, dice il segretario del Pd Nicola Zingaretti a Start su SkyTg24. “Una cosa è rafforzare il govenro, altro è farlo cadere. Abbiamo promosso insieme l’azione di rilancio ma il governo non si rilancia creando una crisi che il 90% degli italiani non capisce”.
Dal campo pentastellato parla Luigi Di Maio, che avverte: “Saremo leali a Conte, al presidente del Consiglio che abbiamo individuato noi nel 2018 e nel 2019″. “E’ chiaro che Conte ha rappresentato il collante di questa maggioranza, rappresenta il perno di questa alleanza – è il ragionamento del ministro degli Esteri ad ‘Agorà’ su Rai3.-. Io reputo ingiusti gli attacchi che sta ricevendo. Questo premier è andato al Consiglio europeo, ha portato a casa di 209 miliardi di Recovery fund, ora che si devono spendere lo si vuole fare fuori”. Di Maio non nega i problemi ma vuole scongiurare che il presidente del Consiglio salga al Colle per rimettere il mandato, aprendo scenari poi non più controllabili. “Quando si dice che vanno messe a posto delle cose nel governo sono d’accordo, ma non è una scusa per una crisi al buio”. Poi il nuovo no al Mes, che Italia Viva chiede a gran voce: “Il Mes non è un tema ideologico, ma un prestito a condizioni così complicate che nessuno in Europa ha chiesto. Se iltema è mettere più soldi sulla sanità, discutiamone”.
Dal fronte renziano è Luigi Marattin a rispondere a Di Maio: “Di Maio si è sbagliato a leggere. Il prestito condizionato (e menomale) non è il Mes sanitario, ma il Recovery fund. Quello che lui, insieme a tutti noi, festeggia da mesi”. “La linea pandemica del Mes non ha nessun tipo di condizionalità se non l’utilizzo delle risorse per la sanità – spiega il presidente della Commissione Finanze -. E il fatto che da mesi ministri di questo governo continuino a ripetere menzogne così è la più accurata risposta alla domanda ‘ma perché mettete in discussione il governo?’”.
Ma anche Teresa Bellanova ribadisce le condizioni di Italia Viva, lasciando aperto uno spiraglio: “Io vedo che Conte continua a lanciare sfide. Sarebbe utile che il presidente del Consiglio lavorasse per costruire delle alleanze perchè se sta lavorando per i responsabili non è un comportamento corretto verso una maggioranza che quest’anno ha lavorato”. afferma la ministra delle Politiche Agricole a Radio Anch’io. Poi l’affondo: “Il metodo è anche merito e se non c’è affidabilità tra le persone che lavorano insieme è evidente che o si cambia metodo o si cambiano le persone, non ci sono alternative. Poi più tardi nel corso della mattinata l’ex sindacalista, intervenendo a ‘L’aria che tira’ su La7, rincara la dose sul premier: “Renzi, Zingaretti, Crisi e Speranza hanno partecipato a un incontro con il presidente Conte, in cui era stato deciso di riscrivere una parte di programma. Andava concluso questo lavoro entro novembre, poi Conte ha deciso che aveva altro da fare”.
Infine è il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, a intervenire con la sua consueta Enews. “A differenza di ciò che raccontano a reti unificate i cantori del pensiero unico, non c’è nessuna richiesta di poltrone, nessuna polemica pretestuosa, nessun atto irresponsabile. Quello che noi stiamo facendo si chiama POLITICA: studiare le carte, fare proposte, dare idee. Irresponsabile sarebbe sprecare centinaia di miliardi dei nostri figli facendo debito cattivo e non investendo sulla sanità, sull’educazione, sull’innovazione” scrive l’ex sindaco di Firenze. “Leggo le veline di oggi sulla stampa: come si fa a aprire una crisi di governo con tutti questi morti? Io rispondo: davanti a tutti questi morti, noi non vogliamo più ministeri. Vogliamo più soldi per la sanità. È così difficile da capire?”, conclude Renzi.
Dai 5 Stelle è un coro unanime contro Renzi. Se l’ex premier apre la crisi non ci potrà essere più una coalizione con Italia Viva, è il pensiero di vari esponenti pentastellati. “E’ ovvio che se la crisi sarà formalizzata col ritiro delle ministre come più volte dichiarato da Renzi, la collaborazione tra Italia Viva e il Movimento 5 Stelle non potrà proseguire in alcun modo e in alcuna forma in futuro”, scrive in una nota il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora.