L'atteso faccia a faccia "franco e cordiale" è durato 40 minuti

“È andata esattamente come volevo che andasse”. Al termine del faccia a faccia lampo con Giuseppe Conte, Matteo Renzi si dice soddisfatto. L’incontro, a lungo atteso, dura appena 40 minuti. La delegazione di Italia viva – insieme al leader ci sono le ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti, il presidente Ettore Rosato e i capigruppo Maria Elena Boschi e Davide Faraone – arriva a palazzo Chigi puntuale alle 19. La riunione inizia una ventina di minuti dopo e poco dopo le 20 è già finita.

È Renzi a prendere la parola e parla chiaro. “Se vuoi che restiamo in maggioranza ci devi dare risposte”. Nel metodo, e quindi in fatto di “collegialità delle decisioni, con un diverso approccio al modo di governare” e nel merito, “a partire da idee concrete”. Se queste risposte arrivano “bene, altrimenti togliamo il disturbo”. Teresa Bellanova lo dice come fosse tornata indietro nel tempo, dopo una trattativa sindacale: “Abbiamo rappresentato al presidente Conte le nostre argomentazioni, che avevamo anticipato nel documento inviato ieri. Sulla base di quelle questioni faccia una riflessione e ci faccia capire se ci sono le condizioni per andare avanti”, argomenta lasciando palazzo Chigi.

La ministra è più tranchant quando si trova davanti al premier: “Basta con la storia che l’anomalia siamo noi. Semmai, la vera anomalia è avere lo stesso premier in due governi di opposto colore politico”, dice senza mezzi termini. Domani, in ogni caso, lei e la Bonetti parteciperanno regolarmante al Consiglio dei ministri, così come proseguirà il lavoro sulla manovra. “Non si tratta di poltrone ma di idee per il Paese”, ribadisce la capodelegazione Iv, secondo la quale Conte avrebbe trovato “costruttivo e interessante” il documento ‘programmatico’.

Conte si dice disponibile: “Dobbiamo trovare una soluzione”, è l’esordio. Il premier – raccontano- avrebbe voluto iniziare ad affrontare la questione già durante il faccia a faccia. “Noi gli abbiamo detto di pensarci, prendersi il tempo che gli serve, parlare con i suoi. Poi o cambia rotta o noi siamo fuori dalla maggioranza”, è la linea ribadita dai renziani. “Siamo rimasti che ci farà sapere”. I temi sui quali “dare risposte” sono sul tavolo, insomma, tanto che Renzi li trasforma in una enews straordinaria, fatta di capitoletti e aree chiave. Ci sono dentro la gestione collegiale delle risorse del Recovery plan, un “nome autorevole” per gestire l’intelligence, un confronto “serio” sul Mes, così come sulle riforme e la giustizia. La sintesi è in una frase messa in neretto: “Tu non puoi lavorare con te stesso”. Vale per i servizi come per tutti gli altri dossier.

Il leader di Iv chiede a Conte di dare “un’anima” al “collage di buone proposte senza visione” che fin qui è stato il piano per il Next generation Ue. “Che senso ha spendere 88 dei 127 miliardi dei prestiti europei solo per finanziare progetti che già esistevano? Abbiamo una visione o abbiamo solo svuotato i cassetti dei ministeri con le vecchie proposte?”, domanda retoricamente. Il ‘Recovery plan’ di Renzi è fatto di cantieri, digitale, sostenibilità, cultura e turismo. Ma anche di riforme “Noi siamo per il maggioritario – ribadisce – Se le altre forze politiche preferiscono un sistema diverso, siamo pronti a sederci e a discuterne. Ma vogliamo farlo in modo serio. Mettendo in campo tutti i correttivi che servono, a cominciare dal superamento del Titolo V della Costituzione”.

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