Governo, Conte vede leader: Entro novembre due tavoli per riforme ed economia

A Palazzo Chigi Zingaretti, Crimi, Renzi e Speranza

Serrare i ranghi e resistere agli attacchi che arrivano dall'esterno. Dal virus, innanzitutto. Ma anche dalle Regioni e dal centrodestra. Togliere dal tavolo "eventuali inciampi e problemi" che possano mettere in difficoltà l'azione dell'esecutivo, a partire da possibili sgambetti in Parlamento. Specie se dovesse rendersi necessario un nuovo scostamento di bilancio per finanziare le misure del decreto Ristori bis, atteso oggi in Consiglio dei ministri.

Giuseppe Conte, Vito Crimi, Nicola Zingaretti, Matteo Renzi e Roberto Speranza, per la prima volta faccia a faccia a palazzo Chigi, non possono permettersi di spingere l'orizzonte troppo in là. Il "dato politico" è l'incontro stesso. L'inizio di un percorso per arrivare a un Governo che "dialoga di più" e che "fa le cose". "C'è stato un ampio confronto in cui è emersa la comune determinazione ad affrontare il momento di difficoltà che sta attraversando il Paese con grande senso di responsabilità, rimanendo uniti e scacciando via qualsiasi possibile motivo di polemica o contrapposizione", dice il premier al termine dell'incontro. Confermando che il programma di governo sarà aggiornato. E proprio per questo entro fine mese partiranno due tavoli di lavoro: "Il primo per aggiornare l'accordo di governo e definire quei progetti di riforma istituzionale" che sono già all'ordine del giorno della maggioranza, mentre il secondo servirà a "definire alcuni obiettivi e strategie di politica economica e sociale da perseguire in via prioritaria".

Il giudizio positivo è unanime: "È stata una buona e utile occasione per assumerci un impegno per lavorare più uniti e sgomberare il campo da equivoci o polemiche e concentrarci contro l'emergenza che e il Covid – spiega il segretario Pd – È utile trovare le sedi politiche affinché i nodi vengano affrontati e risolti. Da parte di tutti c'è stata la volontà politica di farlo". Zingaretti insiste perché si "lavori a un patto di legislatura" e Crimi è d'accordo. "Abbiamo iniziato a darci degli step per fare un tagliando, una manutenzione dei 29 punti del programma, togliendo ogni dubbio sul fatto che questo governo concluderà il suo lavoro alla fine della legislatura", sentenzia. Anche Renzi è soddisfatto: “Oggi si è fatto un passo in avanti, stabilendo le tappe di un lavoro politico e programmatico che ci porterà entro la fine del mese a capire se ci sono i presupposti di un patto di legislatura – dice – Ora mettiamoci al lavoro: se sono rose fioriranno”. Il 'patto di legislatura', viene spiegato, verrà siglato almeno tra un paio di settimane, quando – così spera il Governo – la curva dei contagi sarà scesa e si potrà mettere nero su bianco un programma condiviso più ad ampio respiro.

La priorità, adesso, è respingere il virus, tanto che il segretario Pd chiede ai colleghi di non andare troppo oltre con la riunione: "Stiamo chiedendo agli italiani di stare a casa, è bene dare il buon esempio". Di Mes, priorità ed eventuali aggiustamenti alla squadra di Governo si parlerà tra un po'. Dopo gli Stati generali del M5S, nella speranza che questi ricompongano la polveriera in atto. Conte, fino a ieri, ha provato ad allontanare ogni ipotesi di rimpasto: "Nessuno è interessato, nessuno me lo ha chiesto", ha tagliato corto. Anche far divampare in queste fasi così delicate lo scontro sul Mes non farebbe bene al Governo. Ma prima o poi, il premier lo sa, la miccia verrà riaccesa.