Ultime modifiche al testo prevedono anche la fine delle sanzioni amministrative e lo stop alla confisca della nave
Il (nuovo) decreto sicurezza sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri lunedì sera, parola di Giuseppe Conte. "Volevamo farlo nel weekend ma c'è il silenzio elettorale, ci sono dei ballottaggi e quindi è stato opportuno rinviare. La revisione era uno dei punti programmatici di questo governo", assicura il premier. Eppure anche l'ultimo miglio della nuova politica migratoria dei giallorossi si annuncia complicato. I Dem restano in pressing, volendo capitalizzare il più possibile il risultato agguantato in extremis alle Regionali. Il M5S, però, sembra voler resistere fino all'ultimo minuto. L'accordo, nel merito, sembra reggere. "Manteniamo gli impegni – assicura il capo politico del M5s e viceministro dell'Interno, Vito Crimi, che ha seguito il dossier – C'è stato un grande lavoro fatto dalla ministra Lamorgese con un tavolo di lavoro parlamentare di maggioranza. Questo tavolo ha elaborato un buon testo che contempera le esigenze di una gestione dell'accoglienza con la sicurezza".
, (a condizione che gli equipaggi informino le autorità italiane a ogni intervento di salvataggio e il Paese di cui battono bandiera, se non sono italiane), il ritorno della 'protezione speciale' – non più denominata umanitaria – per chi, tornando nel proprio Paese, rischierebbe "trattamenti inumani o degradanti", la convertibilità in permesso di soggiorno per motivi di lavoro di alcune tipologie di permessi di soggiorno (quali ad esempio "per protezione speciale, per calamità, per residenza elettiva, per acquisto cittadinanza o apolidia, per attività sportiva, per lavoro di tipo artistico, per motivi religiosi, per assistenza minori").Via, poi, le norme speciali introdotte con il decreto Salvini che assegnavano al ministro dell'Interno specifiche competenze, prima disciplinate dal codice di navigazione. Ritorna, quindi, al ministero delle Infrastrutture la titolarità di determinare il divieto o la limitazione del transito di navi, fermo restando che il Mit, nei casi di ordine e sicurezza o di violazione delle norme sul traffico di migranti, dovrà concertare le proprie decisioni con il Viminale e con il ministero della Difesa, informato il Presidente del Consiglio.
Alcune perplessità arrivano però dal M5S sul metodo. "Un decreto in quanto tale, deve soddisfare le esigenze di necessità e urgenza ed è ciò che deve valutare il Cdm in ogni parte del testo, al di là della bontà dei contenuti – sottolinea Crimi – per ottenere la firma del Pdr serve che abbia le caratteristiche di necessità e urgenza". Il capo politico del M5S, in ogni caso, spiega a LaPresse che "non c'è alcun intento dilatorio. E' normale che il governo, quando arriva un testo, specie se frutto di una condivisione che vede al tavolo dei parlamentari, poi debba fare anche altri tipi di valutazione", analizzando tutte le parti in modo da ottenere senza complicazione la firma del presidente della Repubblica.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata