Il ricovero in ospedale di Silvio Berlusconi – che evidentemente sta peggio di quanto lui stesso immaginava e di quanto speravano i suoi più stretti collaboratori – (ri)apre la discussione intorno a Forza Italia, ai suoi equilibri interni e alla sua tenuta esterna nell'imminenza delle Regionali e dei prossimi appuntamenti politici. E, più concretamente, sul suo futuro.
Da inizio anno il Cav ha rarefatto le apparizioni in pubblico e le partecipazioni in tv, consegnando pensieri e parole al vicepresidente Antonio Tajani, ai capigruppo alla Camera Maria Stella Gelmini e in Senato Anna Maria Bernini. Un versante comunicazionale affidabile per veicolare i messaggi che vengono 'macinati' ad Arcore, là dove passano sempre e comunque gli snodi del partito. Ma negli ultimi tempi il Cavaliere ha scelto di avere un profilo molto (più) europeista, forte dell'elezione al parlamento di Bruxelles, e meno italiano, delegando ormai molti degli affari di partito.
Forza Italia ha cambiato pelle nel corso degli anni e degli acciacchi di Berlusconi: si sono sciolti i cerchi magici di una volta ma sono evidentemente/comprensibilmente rimaste anime diverse all'interno del partito. Allo stato dell'arte, Licia Ronzulli è la fedelissima del Cavaliere e, assieme a Gelmini, Bernini e Ghedini (le assonanze sono casuali), porta avanti la linea più 'rigorosa' degli azzurri, in sintonia con il pensiero leghista di Matteo Salvini. Più moderato e più morbido, invece, è l'altro fronte, rappresentato dagli amici storici del Cav, Gianni Letta e Fedele Confalonieri, i tessitori del (fu) Patto del Nazareno, aperti al dialogo sul tema di un governo nazionale e, ad esempio, con Matteo Renzi. Poi c'è Mara Carfagna, più defilata (e non solo per la gravidanza), ispiratrice di un mood decisamente più liberal.
Fin qui si tratta di un gioco di equilibri abbastanza statico, che però potrebbe saltare se l'esito delle Regionali, tra meno di un mese, dovesse essere negativo. A quel punto non ci sarebbero più equilibri e il rischio di una polverizzazione del partito potrebbe diventare reale. A meno che Berlusconi…
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