Zingaretti difende Pd sotto attacco: Vinciamo. Contro destre altri voti inutili

Il segreatrio Dem: "Dopo regionali un chiarimento è inevitabile"

 Il Pd è "sotto attacco" e Nicola Zingaretti intende difendere il fortino. Al leader dem non sono piaciuti i continui distinguo arrivati anche dall'interno del partito sul prossimo referendum sul taglio del numero dei parlamentari. Esistono perplessità di merito che il segretario capisce e condivide (e per questo ha insistito perché si rimettesse in moto il cantiere dei correttivi e delle riforme). Esistono anche, però, "furbizie e bizantinismi" sempre più "difficili" da "affrontare e sopportare" ed è contro questi ultimi che il segretario si scaglia.

 Zingaretti sa benissimo che il contraccolpo sul Governo di una possibile sconfitta del centrosinistra alle regionali combinata con una (improbabile, stando ai sondaggi) vittoria del No al referendum sarebbe pesante. Per questo lancia un appello: basta attacchi. Di più. "Chi, con le sue ragioni, reputa conclusa la fase di collaborazione con il Movimento 5 stelle e Italia viva – mette nero su bianco in una lettera inviata a Repubblica – non crei confusioni, indichi un'altra strada, chiara e praticabile". Il Pd, aggiunge, è pronto ad affrontare "qualsiasi scenario" e, "anche personalmente" – è la sottolineatura – il segretario dice di non temere l'ipotesi di elezioni politiche immediate.

 Il leader Dem, comunque, non intende darsi per vinto. Anzi. "Io penso che noi vinceremo le elezioni regionali – azzarda – Quello che sto facendo è portare un po' di consapevolezza sulla posta in gioco". La differenza, mette in chiaro Zingaretti, è tra "chi chiacchiera e chi combatte per vincere" e fermare le destre. Per raggiungere l'obiettivo il segretario fa appello a quella stessa comunità che ha risposto 'presente' in Emilia Romagna e al voto utile: "Tanti altri voti sono voti non utili – sottolinea – io ora a tutto l'elettorato di centrosinistra dico: Uniamoci e combattiamo perché è possibile vincere".

 Strada per strada fino alla fine, quindi. Senza risparmiarsi. Questo non vuol dire, però, che alla fine – andasse male – la sconfitta sarebbe solo del Pd, con Iv a 'bearsi' di un eventuale vittoria in Toscana e il M5S (con Conte) a gridare alla 'conquista storica' della riduzione del numero dei parlamentari. Ecco perché, comunque andrà, all'indomani del voto, un tagliando andrà fatto. "Si lavori allora per fare fronte alle destre, invece che pensare a dividere la coalizione. Dopo le regionali un chiarimento sarà comunque inevitabile – dice Virginio Merola – Non possiamo accettare nemmeno il sospetto che alleati pensino, come la destra, che conviene far perdere il Pd".