Il ministro della Salute nella sua informativa ha parlato anche del vaccino 

È ancora la scuola il tema al centro dell’informativa del ministro della Salute Roberto Speranza in Senato. "Chiudere le scuole è stata la nostra scelta più difficile e riaprirle ora è davvero la nostra priorità assoluta – ha spiegato il ministro – stiamo impiegando per questo tutte le nostre energie". Speranza ha parlato di 11 milioni di mascherine pronte per alunni e insegnanti e ha ringraziato per questo il commissario Arcuri. "Nelle ultime ora il Comitato tecnico scientifico ha discusso della necessità di un corretto utilizzo delle mascherine a scuola. Sono obbligatorie, a scuola si va con la mascherina", ha dichiarato ancora il ministro. "Ma dividiamo i momenti dinamici, in cui ci sono rischi concreti di contatti più ristretti tra studenti, e momenti statici, in cui lo studente è fermo, ha una distanza di almeno un metro dagli altri, in quel momento può essere abbassata – ha aggiunto – Questa misura può essere rivista in relazione alla curva epidemiologica, ma saranno le autorità sanitarie a valutare".

Nell'intervento al Senato, Speranza ha sottolineato che l’Italia ha ancora "un significativo vantaggio rispetto alla stragrande maggioranza dei Paesi europei". Paesi ai quali l’Italia intende proporre un accordo: "Voglio rendere nota la nostra proposta che porterò agli altri paesi europei, perché quando assumiamo una misura di maggiore controllo, non compiamo mai un atto ostile verso un altro Paese. La nostra proposta è che si possa costruire un meccanismo di reciprocità tra Paesi, per togliere dal tavolo questo dubbio di ostilità". Il ministro ha anche comunicato che "molto a breve saranno pubblicati tutti i verbali del Cts. La linea del governo è stata di massima trasparenza, sin dall'inizio. Non c'è nulla che non possa essere noto all'opinione pubblica". Infine ha parlato del vaccino anti Covid, dichiarando che l’Italia è riuscita a "spingere la Commissione Ue rispetto alla potenzialità di avere un vaccino da avere nel più breve tempo possibile". Da questa spinta europea è nato un contratto tra Commissione Ue e Astrazeneca. Nel contratto "c'è scritto che le prime dose saranno disponibile già entro la fine del 2020", ha sottolineato Speranza. Su questo candidato vaccino, che si affianca a quello "tutto italiano" di Reithera di cui è iniziata la sperimentazione allo Spallanzani, "è giusto continuare a contribuire".

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