L’ira di Salvini: rinviato incontro con Conte. Il premier: Sembra Ecce Bombo

Compromesso nel centrodestra: disponibilità a vedere il Premier ma la prossima settimana

 Incontrare domani a palazzo Chigi il premier Conte? Meglio chiedere un rinvio. Il centrodestra alla fine partorisce un 'ni', perché per garbo istituzionale il secco 'non ci vado' di Matteo Salvini, non poteva dettare la linea della coalizione. Il Paese vive una crisi senza precedenti e la reazione a caldo del leader del Carroccio, che non si era visto recapitare l'invito – ricevuto invece in mattina da Giorgia Meloni – è stata ritenuta dagli alleati 'troppo muscolare'. Dopo ore di confronto alla fine si è trovata la mediazione: Non piegarsi a una convocazione ad horas e, per responsabilità, rendersi disponibili a vedere il presidente del Consiglio la prossima settimana. "L'ipotesi di organizzare il confronto già domani non è percorribile per il poco preavviso, per impegni già assunti precedentemente e per la scarsa chiarezza con cui Palazzo Chigi ha deciso di informare i leader, ovvero in tempi diversi", riferiscono fonti della coalizione, che torna a punzecchiare il Governo chiedendo "un documento di sintesi dopo gli Stati Generali, documento che sarà la base per il confronto con l'opposizione". Linea perorata da Meloni fin dall'inizio.

 Il Capitano ha provato in tutti i modi a far prevalere la sua posizione ma alla fine, trapela, si è trovato contro l'asse Meloni- Lupi-Tajani, non intenzionati a sprecare un'opportunità di confronto con l'esecutivo. Lo stesso Berlusconi, informato da Tajani minuto per minuto, ha fatto passare il messaggio che "non si rifiuta mai un invito al confronto" e Forza Italia "come entità dialogante è pronta ad offrire una collaborazione istituzionale". Il ragionamento è quello di cogliere ogni occasione per presentare proposte e rispondere a una "situazione è sempre più preoccupante anche per l'evidente disfacimento della maggioranza su temi decisivi e urgenti come quelli delle concessioni autostradali".

 A bruciare in casa Lega è la convocazione fatta in primis a Meloni, con tanto di mail e appuntamento a palazzo Chigi fissato per giovedì alle 18. Il silenzio invece nella casella di posta del Carroccio, ha fatto infuriare Salvini. Come leader del centrodestra, la convocazione doveva arrivare in primis al segretario federale, lamentano dalla Lega: "Una chiara provocazione da parte di palazzo Chigi – commentano fonti parlamentari – e Salvini ci è cascato con tutte le scarpe". È giallo infatti sugli inviti diversificati e mandati a singhiozzo, con le rassicurazioni arrivate da parte di palazzo Chigi, solo dopo la risposta piccata del Capitano: "Noi non siamo a disposizione di nessuno. Prima il signor Conte paga la cassa integrazione e sblocca i cantieri – c'è la Liguria in ostaggio delle code -, poi ne parliamo. Io non vado da nessuno, finchè questo chiacchierone non mantiene le sue promesse". Il dubbio è che Conte abbia voluto tentare il blitz di spaccare il centrodestra con incontri separati, una questione su cui però Meloni, Salvini e Tajani, sono sempre stati d'accordo: o tutti insieme o nessuno.

 Su questo fronte la leader di Fdi aveva avvertito Conte: "Non è il momento dei tatticismi o dei giochini di bassa politica, è il momento della serietà nel quale ognuno deve avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità. Per questo chiedo anche al Governo che l'incontro di domani sia trasmesso in diretta streaming in modo che gli italiani possano giudicare chi sta facendo propaganda e chi sta pensando al bene dell'Italia. Noi non abbiamo nulla da nascondere". La replica dell'avvocato pugliese non si fa attendere: "C'è un po' di difficoltà a concordare con l'opposizione un luogo e un tempo per confrontarsi, mi abbandono a una citazione, se non sbaglio, di Nanni Moretti, nell'Ecce Bombo: mi si nota di pù se lo facciamo a Chigi o a Villa Pamphilj? Mi si nota di più se lo facciamo in streaming o solo con rappresentazione fotografica? Io ci sono, gli inviti sono partiti spero ci sia questo confronto". Film per carità apprezzato, ma il riferimento sa un po' di presa in giro – commentano in Transatlantico – "un po' sopra le righe, in cui di certo non si coglie la predisposizione al confronto costruttivo".