Il premier Conte riferisce davati alle Camere su ripartenze ed offre un patto su tre punti alle opposizioni
Inizia con un'intervista al Foglio la giornata per Giuseppe Conte, atteso in Parlamento per riferire sulla Fase 2. "Lavoriamo insieme per accelerare i tempi dei processi e per rafforzare il sistema sanitario" dice il premier. Che poi parla di programma, di debito e delle possibilità di ripresa del Paese. "Il debito italiano è sostenibile: lo ha riconosciuto la Commissione europea e ne abbiamo avuto un esempio anche in questi giorni in cui il Btp Italia ha avuto un grande successo, con sottoscrizioni per oltre 12 miliardi di euro" sostiene il Presidente del Consiglio dalle colonne del quotidiano diretto da Claudio Cerasa che firma l'intervista. "Non c'è nessuna patrimoniale in arrivo – ha rassicurato Conte, dopo che una frase proferita qualche giorno fa aveva alimentato le paure degli italiani sull'incubo patrimoniale – prelievo forzoso – e c'è anzi l'intenzione, da parte del governo, di continuare ad alleggerire la pressione fiscale, rimodulandola con puntuali interventi, per rilanciare la crescita. Dovremo fare un uso attento delle risorse europee che arriveranno con il Recovery fund, allo scopo di finanziare un nuovo programma di rinascita produttiva. E` soltanto così che potremo ridurre gradualmente tanto il debito quanto la pressione fiscale". A scatenare il terrore patrimoniale sono state le parole proferite da Conte, in occasione della conferenza stampa indetta sabato scorso, 16 maggio, sulle riaperture delle attività in Italia a seguito del lockdown per coronavirus. E' in quell'occasione che il presidente del Consiglio aveva detto:"Siamo tutti consapevoli che in Italia c'è tanto risparmio privato, è uno dei punti di forza" del paese. Il problema è che Conte ha poi risposto "A tempo debito vedremo", a chi gli ha chiesto se in futuro potrebbe rendersi necessario, in Italia, il lancio di una patrimoniale. Tra l'altro prima ancora, agli inizi di aprile, una proposta sull'imposta, battezzata Covid tax, era stata praticamente presentata da Graziano Delrio e Fabio Melilli, capigruppo del Pd rispettivamente alla Camera e in commissione Bilancio.I due avevano proposto, per la precisione, un contributo di solidarietà da parte degli italiani con più risorse a favore dei meno fortunati.
Conte ha anche parlato dello strumento del Mes e le misure messe in piedi dall'Europa: "Non ho mai dichiarato né pensato che l'Italia potrà utilizzare il Mes dopo la Francia" dice Conte nell'intervista al Foglio. "Sul Mes – ha precisato il presidente del Consiglio -la mia posizione non è cambiata: il Mes è uno strumento nato dall'esito di crisi molto diverse rispetto a quella che stiamo vivendo. La presenza di una nuova linea di credito dedicata alla sanità ed erogata dal Mes è una possibilità in più per i paesi che ne necessitano e farà senz'altro parte del pacchetto di risposta europea alla crisi. Ma non dobbiamo dimenticarci che l'Italia sta contribuendo a scrivere una nuova pagina della storia europea con l'introduzione del Recovery fund, un piano di investimenti autenticamente europeo, di cui ieri anche Francia e Germania hanno riconosciuto l'importanza strategica. E' su questo punto che si gioca la vera partita per il rilancio della nostra economia".
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