I dem: soluzioni non polemiche. Tensioni M5S. Mercoledì la mozione di sfiducia contro il ministro Bonafede presentata dal Centrodestra
Approvato il Decreto Rilancio, la maggioranza cerca di riprendere fiato dopo giorni di tensioni e trattative. Il braccio di ferro andato avanti per oltre due settimane, però, porta con sé strascichi di non poco conto che, dalle grandi sale di palazzo Chigi, si preparano ad approdare in Parlamento. I giallorossi elogiano in modo compatto il provvedimento che vale 55 miliardi, ma restano i 'chi va là' reciproci.
Pd e Italia viva chiedono a Giuseppe Conte un cambio di passo. Nessun rimpasto, assicurano al Nazareno: "Lo spread arriverebbe a 600 e ci verrebbero a prendere con i forconi – spiega un dirigente – Noi quando qualcosa non va lo diciamo, ma questo non vuol dire che vogliamo far cadere il Governo. Prima era Draghi, poi Colao, ora il rimpasto…non è così". Certo, ammettono i dem "la navigazione è e resta complicata", specialmente "data la diversità di linee" del M5S e "il bisogno di visibilità" di Italia viva, ma "il Pd vuole affrontare i problemi e trovare soluzioni". E' Nicola Zingaretti a indicare la rotta: "Le persone vogliono soluzioni, non vogliono polemiche. Questa è la linea che il Partito Democratico ha tenuto in queste settimane nel sostegno al Governo: affrontare e risolvere i problemi e far prevalere prima di tutto il bene comune", assicura il segretario. Certo, per i Dem, è "necessario fare tesoro degli errori commessi per non ripeterli più". Velocizzare e sburocratizzare, le parole chiave del leader, mentre per Antonio Misiani è necessario "pensare al futuro" e approfittare delle "finestra riformista" per consentire all'Italia di cambiare per rimettersi in moto. Andrea Orlando concorda: con il decreto Rilancio "ne usciamo più forti ma ne esce più forte il Paese. Saremo forti nella misura in cui daremo risposte. Il Governo si indebolisce se fa chiacchiere e non dà risposte. Quando abbiamo aperto discussioni su altri Governi, rimpasti e roba da politica politicante il governo si è indebolito", assicura.
Ad un possibile rimpasto non crede neanche Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva chiede "una visione per i prossimi dieci anni" e avverte Conte. "Nelle prossime ore, capiremo dal Presidente del Consiglio se, sui punti che abbiamo posto, possiamo camminare insieme. Sbloccare i cantieri per evitare la distruzione di altri posti di lavoro è la priorità, per noi", insiste. Un incontro tra i capidelegazione e il premier dovrebbe tenersi nel fine settimana o al massimo lunedì per mettere a punto un 'programma' di ripartenza.
Il M5S, in ogni caso, resta un campo minato e Conte lo sa. Vito Crimi parla di "normale dibattito interno", condito però da "unità e spirito di squadra" e prova a calmare le acque: "In questo momento ci troviamo bene con questa compagnia di viaggio e lavoriamo bene, per noi conta portare avanti le cose", assicura. La mozione di sfiducia presentata dal centrodestra contro Alfonso Bonafede, in calendario mercoledì in Senato, l'imminente discussione sull'utilizzo del Mes all'interno del pacchetto di aiuti Ue, così come il passaggio parlamentare della norma che regolarizza i migranti contenuta nel decreto Rilancio e invisa a parte del M5S, però, torneranno a stressare la maggioranza. Passata l'emergenza Covid, Conte dovrà affrontare la Fase due dei Giallorossi.
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