Tregua fragile, Italia Viva detta le sue condizioni
Giuseppe Conte riceve a palazzo Chigi la delegazione di Italia Viva e, sin dalle premesse, prova ad allentare la tensione all'interno della maggioranza. Sul tavolo ci sono la regolarizzazione dei migranti per il settore agricolo, per la quale – in mancanza di soluzioni – Teresa Bellanova ha già pronte nel cassetto le dimissioni da ministra, il piano 'Italia shock' e il 'caso' Bonafede. Il ministro della Giustizia è da diversi mesi nel mirino di Matteo Renzi e dei suoi per la legge sulla prescrizione e ora è oggetto di una mozione di sfiducia unitaria del centrodestra dopo la scarcerazioni di alcuni boss mafiosi.
Il confronto va avanti per oltre due ore. Ettore Rosato definisce "positivo" il faccia a faccia. Dello stesso avviso palazzo Chigi. Il Presidente del Consiglio, viene fatto filtrare, ribadisce ai renziani – "ancora una volta" – la sua "totale disponibilità" a discutere le proposte di IV per la ripresa economica del Paese. Di più. Conte insiste sulla "necessità di lavorare tutti insieme, con coraggio e determinazione", per affrontare e superare questa drammatica emergenza economica e sociale e offrire urgenti risposte ai cittadini. "Governo e le forze di maggioranza sono chiamati a operare con grande responsabilità, che deve essere ben superiore a quella richiesta a tutti i cittadini visti i compiti istituzionali – è l'appello del premier – per operare la sintesi più efficace e lungimirante per far ripartire il Paese e rilanciare l'economia".
E' una partita a scacchi. Tanto è vero che, a microfoni spenti, per i renziani l'incontro da "positivo" diventa "interlocutorio". "Abbiamo chiesto al premier un documento politico, vediamo se lo fa, cosa ci sarà scritto e ragioneremo di conseguenza", spiega chi è presente al vertice. Il documento che Renzi chiede a Conte dovrà essere "totale" e riguardare "dalla ripartenza alla giustizia, dalla prescrizione (nota dolente, ndr), ai cantieri, ai dpcm". "Da qui alla mozione di sfiducia del centrodestra a Bonafede c'è una settimana – viene riferito – vediamo che succede e noi decideremo cosa fare".
Se non è un ultimatum poco ci manca. Conte e il Pd, in realtà, sono convinti che si tratti dell'"ennesimo bluff" di Renzi. Per provare a stanarlo Nicola Zingaretti mette subito le cose in chiaro: "Se questo governo non ce la fa, vedo difficile un'altra maggioranza" in Parlamento, taglia corto, tornando a brandire la possibilità del voto.
Sembra invece rientrare lo scontro sui migranti. La trattativa, viene riferito, è all'ultimo miglio. Si punta alla proroga della regolarizzazione di braccianti, colf e badanti, stranieri e italiani per alcuni mesi. Sei, chiedeva Peppe Provenzano – che insiste perché la regolarizzazione venga inserita nel decreto Maggio. Tre, la mediazione prevista da Luciana Lamorgese e questa sembra essere l'ipotesi più quotata. Sarà un tavolo politico tra i capidelegazione previsto nelle prossime ore a sciogliere il nodo.