Milano, 9 apr. (LaPresse) – Scaglionare gli orari di apertura delle scuole per ridurre traffico e inquinamento, liberarsi dal giogo delle riunioni di lavoro continue in giro per la città: così immagina il futuro del dopo-coronavirus il sindaco di Milano, Beppe Sala, che nel consueto saluto ai milanesi sui suoi social ha spiegato: "A tutti noi è capitato di dire o di sentir dire 'eh ma poi nulla sarà più come prima, cambierà tutto'. Sì certo, è logico, ma diventerà reale se noi lo vorremo, cioè se noi saremo disponibili a mettere un po' in crisi i nostri comportamenti, ad accettare il cambiamento. E questo vale per tutti. In altre parole: lo smart working, che oggi è diventata una realtà, quando ne usciremo, lo perderemo totalmente o in parte rimarremo al suo utilizzo? Oppure, questa nostra abitudine molto latina di fare in continuazione riunioni e di metterci uno di fronte all'altro, e che ci costringe a continuare a essere in giro per la città, rimarrà così oppure useremo le tecnologie? Infine, un pensiero ancora più ardito: le scuole aprono al mattino più o meno tutte alla stessa ora, e in quella fascia oraria le strade sono piene, le macchine sono incolonnate, cioè il peggio per l'inquinamento. Ovviamente ha un senso: si portano i bambini a scuola e poi si va al lavoro. Ma non è immaginabile che invece si scaglioni un po' l'orario di apertura, rendendo diverso il traffico e quindi l'inquinamento? Nessuno ha la bacchetta magica, e la politica deve prendersi la sua responsabilità. Però la politica che presume di sapere tutto, e di essere l'unica istituzione di indirizzo delle nostre vite, sbaglia profondamente. Questo è il motivo per cui troverò le formule per coinvolgere i cittadini di Milano in questa riflessione. Nella riflessione su come vogliamo sia il nostro futuro".