Torino, 16 mar. (LaPresse) – "Nella drammatica situazione in cui versa l’Italia a causa del diffondersi della pandemia da Sars-CoV-2, il personale sanitario sta dimostrando la propria più totale dedizione al servizio dei cittadini e del paese, affrontando con coraggio una battaglia ogni giorno più ardua. A tutti gli operatori sul campo sono arrivate fin da subito le sue parole di vicinanza che hanno rincuorato, in particolare, chi ogni giorno è in prima linea nella cura dei pazienti più gravi. Le scrivo in rappresentanza dei medici anestesisti rianimatori e dell’emergenza-urgenza, coloro ai quali in primis sono affidati tali pazienti, per chiederLe di intervenire a proposito del problema costituito dalle esigue scorte dei dispositivi di protezione individuale (Dpi), soprattutto di quelli con i livelli di sicurezza più alti, adeguati alla prevenzione dei contagi nelle manovre cliniche più suscettibili di contatto diretto con il virus, quali sono quelle messe in opera sui suddetti pazienti per sostenerne la funzione respiratoria". Così, in una lettera al capo dello Stato Sergio Mattarella, Alessandro Vergallo, presidente Aaroi-Emac, Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani-Emergenza area critica. "Tale problema – aggiunge -, che sta diventando in queste ore altrettanto grave rispetto a quelli costituiti della carenza dei posti letto nelle Rianimazioni e dei pochi anestesisti rianimatori in grado di gestirli, rischia di paralizzare o quantomeno di rallentare, soprattutto nelle realtà regionali a oggi maggiormente colpite dalla pandemia, l’efficacia del loro impegno nel tentativo di salvare il maggior numero possibile di vite umane".