Il leader di Italia Viva: "Idee prima delle poltrone, non stiamo al governo a tutti i costi"
La prossima settimana Matteo Renzi tornerà a Palazzo Chigi, per la prima volta dopo il 4 dicembre 2016. Per "mettere la parola 'fine' al teatrino" il leader di Italia viva incontrerà Giuseppe Conte. Sarà il primo faccia a faccia tra i due. "E' evidente che serve un chiarimento. Ieri il presidente del Consiglio mi ha mandato un messaggino dopo il mio intervento in Senato, io credo che sia giusto vedersi. Perché le telenovelas funzionano quando c'è un finale. Quindi ho chiesto al presidente del Consiglio un incontro la settimana prossima", annuncia il senatore di Scandicci alla stampa. "La mia porta è sempre aperta", replica il premier. Quindi incontro sarà.
Per Renzi si tratta di un passaggio di "correttezza istituzionale", dovuto. Chi pensa a un possibile riavvicinamento, però, rischia di essere fuori strada. Il leader di Italia viva è pronto allo strappo. "Parleremo col premier Conte e decideremo cosa fare – mette nero su bianco a sera in una enews straordinaria -. Per noi le idee vengono prima delle poltrone. E non stiamo al governo a tutti i costi, ma solo se possiamo fare cose giuste".
Sul tavolo il leader mette subito le quattro battaglie per le quali si dice disposto "a perdere le poltrone": c'è quella sulla prescrizione, per una giustizia giusta e non giustizialista; la riforma sul premierato; la cancellazione del reddito di cittadinanza e il piano Italia shock, con i cento commissari per i cento cantieri più importanti del Paese.
L'ex premier è perfettamente consapevole del fatto che sono carte "indigeribili" per Conte, o quasi. "Potrebbe aprire sui cantieri – ragiona il leader con i suoi – e forse sul sindaco d'Italia. Il premier dice che noi abbiamo proposto e sostenuto il proporzionale, ma anche il sistema dei sindaci è un proporzionale, sia pur con un premio di maggioranza dato dal ballottaggio". Certo è che su prescrizione e reddito di cittadinanza "non c'è trippa per gatti". In ogni caso, è il messaggio condiviso con i fedelissimi, "a meno di grandi aperture, per noi è inutile restare a queste condizioni".
Se non è la fine di Iv all'interno dei giallorossi, insomma, poco ci manca. L'ufficialità potrebbe arrivare con il passaggio parlamentare annunciato da Conte: se l'agenda 2023 che il premier proporrà alle Camere non dovesse rispecchiare le battaglie di Iv, Iv è pronta a "togliere il disturbo". In ogni caso, comunque, il momento di attivare la 'falange dormiente' dei responsabili si avvicina. Renzi non è certo ci siano. "Ragazzi organizzatevi – scherza, ma non troppo, con i suoi – scegliete chi si vuole sacrificare o altrimenti Faraone dovrà procedere al sorteggio".
Alla conferenza stampa di presentazione del piano Italia Shock, a palazzo Madama, i senatori di Italia viva ci sono tutti, a eccezione della new entry Tommaso Cerno e della ministra Teresa Bellanova, giustificata. Ogni assenza, del resto, verrebbe annotata e interpretata e nessuno vuole passare per 'responsabile', non se non sarà necessario. Se poi Paolo Romani dovesse farcela con le sue forze, ragionano a palazzo Giustiniani, ancora meglio. Per il leader è il Nazareno che lo vuole: "Il Pd teorizza: buttiamo fuori Italia Viva dal Governo e prendiamo i responsabili di Forza Italia", è la versione di Renzi.
Al leader, racconta chi ci ha parlato, poi, non pesa troppo nemmeno la 'contropartita negativa' di perdere i due ministeri. "Ve la immaginate la Bellanova che fa opposizione? Che per la forza delle idee ha lasciato la poltrona?", ragiona. E a chi gli fa notare la possibilità di poter essere escluso dalla scelta del prossimo presidente della Repubblica, Renzi replica dando poche chance di durata al possibile 'Conte ter'. "In queste condizioni e con la crisi economica in arrivo – è il ragionamento – non durano a lungo". Ancora strategie politiche e azzardi pokeristici, insomma. E un grido di battaglia: "Noi vogliamo un'Italia viva e non un'Italia che vivacchia".