Governo, resta duello Conte-Renzi. IV vota fiducia ma su giustizia tiene punto

Il livello di guardia è ancora alto, ma le nuvole della politica – come spesso accade quando la settimana volge al termine – sembrano diradarsi. Giuseppe Conte e Matteo Renzi tengono il punto. Il braccio di ferro resta, ma i toni sono diversi. "Se il Premier vuole cacciarci, faccia pure: è un suo diritto! E Conte è il massimo esperto nel cambiare maggioranze. Se invece vogliono noi, devono prendersi anche le nostre idee. Alleati, non sudditi", ribadisce il leader di Italia Viva. Anche la linea del premier non cambia e il capo del Governo la rende esplicita volando a Gioia Tauro per presentare insieme al ministro Provenzano il Piano Sud: "Io ho la responsabilità di governo e ho chiesto la fiducia per realizzare un programma. Che senso avrebbe lavorare a un Conte ter? Orizzonti futuri non mi appartengono", insiste.

In realtà, le voci sui possibili "responsabili" in grado di salvare la maggioranza nel caso in cui Italia Viva dovesse uscire, restano. Tra i corridoi di Palazzo Madama c'è anche chi è pronto a scommettere che tra gli stessi renziani qualcuno potrebbe decidere, in caso di necessità, di sostenere il Governo. Magari con alcune assenze strategiche. Diversi movimenti si registrano poi nel gruppo Misto e dentro FI. Capofila sarebbe Paolo Romani, e con lui ci sarebbe anche Massimo Mallegni. Gaetano Quaglieriello, pure chiamato in causa, si sfila: "È un momento in cui sto fermo perché qualunque cosa fai passi per responsabile e io non ci penso minimamente", spiega. E se per un fine conoscitore della politica come Gianfranco Rotondi "la verità è che nelle coalizioni avviene uno scambio di coppie: il Centrosinistra cerca di sostituire Renzi con un pezzo di Forza Italia, e Salvini sta sostituendo Forza Italia con Renzi", a Palazzo nessuno pensa sia l'ora di preparare gli scatoloni.

"Noi andiamo avanti e facciamo le cose che servono alla gente – spiegano i Dem – se Renzi vuole aprire la crisi vada da Mattarella o sfiduci il Governo". Italia Viva, però, ha già detto che voterà la fiducia al Governo sul Milleproroghe sia alla Camera che al Senato. Certo i renziani, è la linea, continueranno a votare con le opposizioni ogni qual volta tenteranno di cancellare la riforma Bonafede sulla prescrizione. E non è chiaro cosa Italia Viva deciderà di fare sul decreto Intercettazioni, che la prossima settimana approderà in aula al Senato. Ettore Rosato avverte gli alleati anche per quel che riguarda il ddl delega di riforma del processo penale, approvato giovedì dal Consiglio dei ministri con l'assenza delle ministre renziane Bellanova e Bonetti. "Faremo di tutto per cambiare il processo penale. In quella sede riteniamo che sia giusto cancellare la norma sulla prescrizione. Se ciò non avvenisse è chiaro che votiamo contro a un provvedimento incostituzionale", spiega il presidente di Italia Viva. I tempi della delega, comunque, saranno lunghi e potrebbero anestetizzare le ferite interne alla maggioranza. Anche la mozione di sfiducia nei confronti di Bonafede, che Renzi ha minacciato di presentare da qui a due mesi, per ora resta nel cassetto. "Per presentarla ha bisogno di 32 firme – ricordano maliziosamente tra i dem – lui ha 17 senatori, si fa aiutare da Fi e Lega contro il suo Governo?".

Per i bookmaker del Transatlantico, insomma, le urne (qualora mai fossero state vicine) si allontanano. A turbare una giornata all'insegna dei pontieri e dei toni soft, però, è un audio "rubato" al portavoce del premier Rocco Casalino ("Amore, ci sarà un Conte Ter. Stai tranquillo"), pubblicato da Linkiesta. I renziani partono all'attacco: "Casalino sbugiarda Conte, il Conte ter esiste", accusano Nobili e Anzaldi. "È una delle sue tante battute. Si evince chiaramente che il tono è ironico in risposta a una battuta provocatoria di un collega", la replica informale dallo staff del premier. In realtà, poi, è il direttore de "Il Tempo" Franco Bechis a pubblicare l'audio integrale di cui è coprotagonista e a confermare il tono scherzoso dello scambio di battute. Gli addetti ai lavori annotano e provano a interpretare anche quelle.