Dall'Ue massima disponibilità al dialogo. Ritardo necessario per il governo giallorosso: debito pubblico da ridurre gradualmente 

La manovra non cambia. L'Italia è tranquilla nell'interlocuzione con l'Ue, cui risponde rispettando la scadenza. Del resto, si fa notare, non c'è stata da Bruxelles nessuna richiesta di correzione ma solo di chiarimento sul percorso ideato dal governo per la politica economica del prossimo anno e che prevede una modifica del saldo strutturale con un peggioramento dello 0,1% del Pil mentre Palazzo Berlaymont chiedeva un miglioramento del saldo strutturale dello 0,6%. Insomma, a Roma tutti assicurano che si tratta di un 'normale dialogo' tra le istituzioni: tutt'altra storia, viene ripetuto, rispetto a quanto accadde lo scorso autunno e che portò a un vero e proprio braccio di ferro la richiesta di una correzione sostanziale dei saldi della manovra giallo-verde.

Il rapporto dei commissari con Conte e il ministro dell'Economia, viene ribadito, è ottimo. E in Ue c'è la massima disponibilità al dialogo senza arrivare agli screzi e ai toni urlati dei mesi del governo M5s-Lega. L'Italia è convinta di aver messo in piedi una manovra responsabile, in cui gran parte delle risorse sono volte a sterilizzare gli aumenti Iva che avrebbero avuto effetti ulteriormente depressivi sui consumi già stentati. Al contrario, il progetto messo in campo è espansivo, una scelta politica assolutamente non pro-ciclica, hanno sempre assicurato ministro e premier. E sul piatto c'è anche il progetto di lotta all'espansione, uno dei 'peccati' costantemente rimproverati al nostro Paese. E' vero, l'entrata in vigore è slittata all'estate 2020, ma l'Italia promette una guerra all'annoso 'buco nero' delle casse statali con incentivo dei pagamenti digitali e inasprimento delle pene per gli evasori. E' un piano serio, si assicura, che potrà contare su misure precise e per questo riuscirà nel suo obiettivo, superando gli scetticismi di chi già grida all'ennesimo annuncio.

Resta il fatto che per l'ennesima volta si devia dal percorso di riduzione del rapporto debito-Pil. Ma per il governo giallorosso è un ritardo necessario, perché se nessuno mette in dubbio che il debito pubblico vada ridotto, è fondamentale che questo avvenga in modo graduale e sostenibile per evitare un impatto negativo sulla crescita.

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