Sulla manovra la maggioranza regge salvo intese: i paletti di Renzi e Di Maio

A palazzo Chigi Conte e i ministri fanno le ore piccole, ma alla fine esultano. Dopo aver approvato e inviato a Bruxelles, entro la mezzanotte, il Documento programmatico di Bilancio, il Consiglio dei ministri va avanti fino all'alba e dal governo arriva anche l'ok alla legge di Bilancio e al decreto fiscale. E' un via libera 'salvo intese', suscettibile di registrazioni e modifiche, ma che intanto tiene a galla i giallorossi. Una legge di Bilancio che pesa 30 miliardi e deve destinarne 23 per lo stop all'aumento dell'Iva nasce già con la coperta corta. E se il premier ha in più di un'occasione insistito sul non fare della manovra un risiko di "bandierine", nell'ultimo miglio e fino a quando il testo arriverà nero su bianco in Parlamento il braccio di ferro tra le forze di maggioranza continuerà. I racconti dei ministri lasciano uno spaccato chiaro: "Quando si tratta di approvare una manovra è normale che si discuta, ma durante la discussione di questa notte, sembrerà strano, ma c'era molto spirito di squadra da parte di due schieramenti ed è venuta fuori una legge di bilancio positiva", fotografa, da esperto frequentatore di trattative notturne, Dario Franceschini. Più spontaneo il ministro dell'Ambiente Sergio Costa: "Stanotte come capirete ho dormito due ore. Non potevo addormentarmi perché altrimenti mi toglievano i soldi…stavo come un falchetto, con gli stecchini agli occhi…", confida, scherzando ma non troppo.

Tutti, in realtà, portano 'a casa' qualcosa. Conte ottiene il suo piano "Italia Cashless", che pesa 3 miliardi. "Ho annunciato un patto con gli italiani, andremo a fare emergere l'economia sommersa", esulta il premier, spiegando che chi ricorre ai pagamenti digitali avrà un "superbonus, il bonus della Befana da 200-250 euro, a crescere". Soddisfazione anche dal Pd, che parla di una manovra economica "solida, espansiva e giusta". "Un mezzo miracolo", la definisce Nicola Zingaretti, che incassa la riduzione del cuneo fiscale e l'aumento di 40 euro in busta paga per i lavoratori, gli investimenti green per le imprese, il piano per la casa, gli asili nido gratis per i redditi bassi e medi, il bonus facciate con il credito d'imposta del 90% per chi ristruttura. Leu rivendica l'abolizione dei superticket, che piace anche ai Dem. "Solo una cosa in questa manovra è di troppo: le polemiche – punta il dito Zingaretti -. Queste hanno sempre un costo. Perché alla lunga rischiano di farci ripiombare nel tempo dell'incertezza". Le polemiche riguardano principalmente Quota 100, il carcere per i grandi evasori e il tetto alla soglia di utilizzo del contante. Quest'ultima era stata alzata a 3mila euro da Matteo Renzi, nella notte il Pd e Conte insistono per arrivare a mille. Il confronto è teso e la trattativa rischia di saltare. La mediazione arriva con un passaggio graduale prima a 2.000 e poi a mille nel 2022, che andrà – sottolineano da Italia viva – "accoppiato alla riduzione delle commissioni". "Io ero per 1000 euro, poi si è deciso di portarla a 2000, ma l'importante è dare un segnale", ammette Conte. Continua poi il braccio di ferro per la finestra pensionistica. Per ora il M5S ottiene il mantenimento di Quota 100, ma Renzi e i suoi non intendono mollare: "Presenteremo degli emendamenti per abolirla o introdurre dei correttivi – spiegano da Iv -. Non ci piaceva e continua a non piacerci". Distanze anche sul carcere ai grandi evasori. Per ora i pentastellati, che volevano pene più severe, ottengono solo l'aumento da sei a otto anni. "Per noi è irrinunciabile", tuona da Washinghton Luigi Di Maio. "Va bene il pos, va bene il tetto al contante – insiste -, ma non mi si venga a dire che la colpa è di parrucchieri, idraulici, commercianti, elettricisti e chi più ne ha più ne metta. È troppo facile prendersela con chi si spezza la schiena ogni giorno". I pentastellati valutano quindi di fare un decreto ad hoc o intervenire attraverso un emendamento. Conte è d'accordo: "Io sono un giurista e non amo il tintinnare di manette, ma sui reati fiscali è giusto che ci siano pene detentive nei casi più gravi". Malumori anche sulla cosiddetta 'plastic tax' che pesa sulle imprese e che la maggioranza cercherà di superare con degli incentivi alla riconversione. Pensa più al giudizio dell'Europa che ai tira e molla della maggioranza Roberto Gualtieri: "Con questa manovra l'Italia è più sicura, più giusta e più forte in Europa – dice il titolare dell'Economia -. I conti sono in ordine, si investe per la crescita e per il lavoro. Era una sfida difficile, sono molto soddisfatto". Sulle coperture, poi, "ci mette la mano sul fuoco" anche Conte. In pochi gli consiglierebbero di fare altrettanto anche sugli alleati.