Al termine della giornata Mattarella prenderà le prime decisioni. No a un mandato esplorativo, indicazioni chiare da Pd e M5S o via libera al voto
Entrano nel vivo le consultazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo le dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l'apertura della crisi di governo. È, infatti, la giornata dei principali partiti politici.
Dopo aver consultato Fratelli d'Italia, Partito democratico, Forza Italia, Lega e Movimento 5 stelle e aver annotato, con fare 'notarile', i possibili numeri in Parlamento, Mattarella prenderà le prime decisioni. Escluso un mandato esplorativo: e da parte dei pentastellati e del Pd emergerà la volontà di provare a formare un Governo di legislatura, il Capo dello Stato concederà qualche giorno ai leader dei partiti per trovare una quadra, dando loro appuntamento a lunedì o martedì per un possibile secondo giro di consultazioni che sia riservato solo a chi comporterebbe la nuova maggioranza. Diversamente, se i numeri dovessero propendere per un ritorno alle urne, Mattarella potrebbe già stasera dare l'incarico a un premier di garanzia di formare un Governo elettorale che porti il Paese al voto già il 27 ottobre o, al massimo, i primi di novembre.
Fratelli d'Italia. "Le elezioni sono per FdI – ha dichiarato la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni – l'unico esito possibile e l'esito più rispettoso dell'Italia e della Costituzione. Gli italiani vogliono un Governo stabile e solo il voto può darlo. Se invece il presidente Mattarella dovesse scegliere l'ipotesi di un mandato allora forse bisognerebbe ripartire dalle elezioni del 2018 e affidare il mandato a un esponente di centrodestra perché sarebbe più affine alla volontà popolare".
Ha sentito Salvini? "L'ho sentito penso che si andasse al voto ci sarebbe una compagine formata da FdI e dalla Lega e come sappiamo sarebbe già maggioritaria nel Paese secondo le indicazioni che ci arrivano dai sondaggi e dalle elezioni".
Pd. "Abbiamo espresso al presidente la disponibilità a verificare la possibilità di una maggioranza e l'avvio di una fase politica nuova nel segno della discontinuità politica e programmatica", ha dichiarato il segretario dem Nicola Zingaretti al termine dell'incontro. "Per noi non è una scelta facile perché l'eredità del precedente Governo è pesante, ma siamo preoccupati per le condizioni economiche. Ma abbiamo indicato condizioni chiare e principi non negoziabili. Quello che serve è un Governo di svolta, alternativo alle destre, con una ampia base parlamentare. Se non dovessero esistere queste condizioni tutte da verificare, lo sbocco naturale della crisi saranno le elezioni".
Forza Italia. "Abbiamo manifestato al presidente la nostra preoccupazione per questa crisi di Governo, particolarmente grave perché si apre in un momento delicato", ha sottolineato Silvio Berlusconi. "Le coalizioni nascono prima del voto, non dopo. Un Governo secondo noi non può nascere in laboratorio, non può nascere se basato solo di un contratto. Oggi mettiamo in guardia dal rischio di una nuova maggioranza tra diversi, improvvisata, che esiste solo in Parlamento e non nel Paese e non rispecchia la volontà degli elettori".
Un governo M5s-Pd "non può essere la base di un esecutivo stabile, ma un tradimento degli elettori e fortemente sbilanciato a sinistra e pericoloso per le imprese e per la sicurezza. Occorre realizzare in Parlamento una maggioranza di centrodestra che corrisponda al sentire degli italiani. Qualora non fosse realizzabile la strada maestra è il voto anticipata".
Lega. "L'Italia non può permettersi di perdere tempo, abbiamo ribadito che troppi no hanno portato allo stop di questo governo, che tante cose ha fatto. La via maestra non possono essere giochini, manovre di palazzo, ma solo le elezioni". Il leader del Carroccio Matteo Salvini non sembra avere dubbi sulla necessità di andare al voto, ma tende una mano all'ex alleato Luigi Di Maio: "Ritengo che Di Maio abbia lavorato bene, agli insulti di altri preferisco non rispondere. Ora voglio un governo che faccia". E per questo insinua: "Se qualcuno mi dice che i 'no' diventano 'sì', non contro ma per, io sono uomo concreto, non porto rancore, guardo avanti mai indietro… Se vogliono far ripartire il governo e il Paese noi ci siamo".
Movimento 5 stelle. Luigi Di Maio: "Abbiamo presentato al capo dello Stato 10 obiettivi, 10 impegni che abbiamo preso con gli italiani, primo fra tutti il taglio dei parlamentari". "Il voto è un'ipotesi che non ci intimorisce affatto. Ma il voto non può essere la fuga da promesse fatte agli italiani e noi ne abbiamo ancora da mantenere. Abbiamo avviato contatti per una maggioranza solida, non lasciamo affondare la nave".
Ecco i 10 impegni: 1) il taglio del numero dei parlamentari 2) Una manovra equa 3) Green new Deal, ovvero emergenza ambientale. Italia al 100% convertita ad energie rinnovabili 4) Legge sul conflitto di interesse e riforma della Rai. 5) Riforma della Giustizia, con tempi dimezzati e riforma del sistema di elezione del CSM 6) Autonomia differenziata delle regioni e riforma degli enti locali 7) Carcere ai grandi evasori, lotta alle mafie e ai traffici illeciti insieme al contrasto all’immigrazione illegale. 8) Piano straordinario di investimenti per il Sud 9) Riforma del sistema bancario 10) Tutela dei beni comuni: scuola, acqua, sanità.