Se i risultati macro che escono dal voto europeo denotano un indebolimento dei pentastellati di governo, i dati locali indicano una vera sconfitta

A differenza di quel che pensava Giulio Andreotti, in un altro secolo e molte repubbliche fa, oggi il potere logora chi ce l'ha. O, per lo meno, nell'Italia del 2019 logora il Movimento 5 Stelle. Se i risultati macro che escono dal voto europeo denotano un indebolimento dei pentastellati di governo, i dati locali indicano una vera debacle: i Comuni simbolo dell'amministrazione grillina hanno spezzato l'incantesimo tra governanti e governati. Livorno, conquistata a sorpresa nella 'rossa' Toscana, dopo l'arrivo di Filippo Nogarin torna a premiare il centrosinistra, relegando il M5S al 16 per cento a un anno di distanza dal 28 registrato alle elezioni politiche.

Un problema in meno, con una poltrona in meno, ma adesso l'attenzione si sposta sulla coppia delle sindache targate 5 Stelle. Chiara Appendino e Virginia Raggi, dalla Sala Rossa di Torino e dal Campidoglio guardano i voti raccolti dal partito che sostiene la loro maggioranza e si accorgono che quelle cifre difficilmente garantirebbero non solo la rielezione, ma nemmeno il ballottaggio.

Livorno torna a un testa a testa tra le coalizioni tradizionali, come ultima tappa di quella parabola discendente che 5 anni fa rendeva il 19 per cento una percentuale utile per non consentire la vittoria al primo turno e giocarsi (bene) il ballottaggio. Ma i grillini hanno poi consolidato il loro consenso in città raggiungendo, alle politiche del 2018, quota 28 per cento.

Una frenata di 12 punti percentuali che sembra poca cosa rispetto alla cura dimagrante che il Movimento ha dovuto subire a Roma. Vanno sotto di oltre il 50% i 5 Stelle romani e non si frena così la 'caduta' libera già registrata alle politiche dello scorso anno. I numeri impietosi partono da oltre il 35 per cento ottenuto al primo turno da Virginia Raggi per fermarsi, almeno per ora al 17 per cento delle europee. Un segmento che come tappa intermedia aveva già il parziale stop e quota 28% tra gli elettori delle elezioni politiche.

Virginia Raggi si era fatta fotografare con la torinese Chiara Appendino e con Nogarin mentre festeggiava in piazza a Torino la vittoria contro l'ex sindaco Pd Piero Fassino. La terza protagonista del dramma grillino in chiave amministrativa è proprio la prima cittadina torinese. A tre anni dalle amministrative finisce la luna di miele tra la città e il Movimento che si ferma dieci punti sotto il risultato delle politiche di un anno fa (23,80) e addirittura a meno della metà dei voti raggiunto al primo turno delle amministrative (30,01) poi vinte al ballottaggio. E come una specie di contrappasso, nell'ironia aritmetica dei numeri, il Pd torna a essere il primo partito. La mappa delineata dal voto europeo e regionale dà i dem al 33,47% davanti alla Lega al 26,89. Staccato, al 13,33 percento, il Movimento 5 Stelle.

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