Sospesa la seduta del Consiglio dei Ministri che doveva esaminare il decreto sicurezza bis di Salvini e quello sulla famiglia voluto dai 5Stelle (con la rabbia del ministro della Famiglia Fontana che non è stato coinvolto). Ma a tarda sera, la riunione si ferma: Conte ha informato che sul decreto sicurezza ci sono delle "criticità" sollevate dal Quirinale. Salvini s'inalbera e chiede quali siano queste "criticità". Alla fine si decide di sospendere la riunione mentre i tecnici provano a capire e a mettere le mani sul provvedimento per provare a renderlo "potabile" al Colle. E il vicepremier leghista fa sapere che lui è pronto ad approvarlo in qualsiasi momento questa notte. I M5S si dimostrano disponibili e dichiarano di essere pronti a collaborare per sistemare il decreto sicurezza in base alle indicazioni del Colle e "risolvere le criticità". Alla fine, però, tutto viene rinviato a un altro Cdm che la Lega vorrebbe fosse svolto in settimana (mercoledì?) per arrivare a concludere lA QUESTIONE.
Più che un Consiglio dei ministri, insomma, una resa dei conti. Perché dopo giorni di botta e risposta al vetriolo la riunione dell'esecutivo è ad altissima tensione. Ecco perché, dopo aver tentato di rinviare il Cdm, il premier Giuseppe Conte interviene per liberare l'area. Ai Cinque stelle che chiedevano che quello di lunedì sera non fosse un Cdm vuoto e che "il decreto famiglia sia approvato", e a Salvini che assicurava che "il sicurezza bis è pronto", risponde con una formula ben precisa sull'ordine del giorno: 'Inizio dell'esame'. Ovvero sì, i testi sono sul tavolo, ma non per l'approvazione. E c'è pure un 'aggiornamento' sulle Autonomie. Ma l'unico via libera è a quello delle nomine di Giuseppe Zafarana a capo della guardia di Finanza, Biagio Mazzotta alla ragioneria dello Stato – il predecessore, Daniele Franco, si è insediato nel direttorio di Bankitalia – e Pasquale Tridico all'Inps.
La giornata va avanti a singhiozzi, a suon di dichiarazioni da una parte e dall'altra. E la riunione del Consiglio dei ministri segue questo percorso: dopo le prime ore di certezza – ci sarà, non ci sarà – si studia la formula in due step, uno alle 16, l'altro alle 20.30. L'ordine del giorno viene reso noto poco prima della campanella, e del resto la riunione dura pochissimo, giusto il tempo di aprirla – bisogna approvare il bilancio del Piemonte – e di sospenderla.
A palazzo Chigi non c'è Conte, ancora a Norcia, non c'è Salvini e nemmeno Giancarlo Giorgetti, in Lombardia per un evento elettorale dove rimane anche in serata, un'assenza già prevista anche prima dello scontro con il premier Conte. La riunione di palazzo Chigi, con il premier, i vice e i ministri intorno al tavolo dopo un paio di settimane, è tesissima. La Lega continua a fare muro sul decreto famiglia, puntando invece a un pacchetto di norme proposte dal ministro Fontana – non coinvolto da Di Maio nella scrittura del decreto nonostante la materia di competenza – come emendamenti al decreto Crescita in esame in commissione alla Camera. E del resto quel miliardo di euro posto a copertura, suggerisce il viceministro Garavaglia, potrebbe andare sul disinnesco delle clausole Iva.
I pentastellati contrattaccano accusando il Sicurezza bis di Salvini di incostituzionalità nonostante l'inserimento, in una nuova bozza, di una norma sui rimpatri. L'accordo insomma sembra lontano, mentre i testi vengono inviati al Colle per conoscenza. E Conte spiega al Cdm che sul decreto sicurezza bis serve un'attenta analisi perché ci sarebbero alcune criticità condivise anche dal Colle. Ditemi quali, insiste Salvini. È impasse. La riunione viene sospesa, gli uffici legislativi tornano al lavoro sui testi. Salvini vuole spiegazioni sui presunti rilievi del Colle, trapela da fonti leghiste, ma ha espresso al tempo stesso "piena disponibilità a concordare eventuali modifiche del testo, se necessario". "Non faccio marcia indietro – dice – e sono pronto ad arrivare al voto in Cdm". Quel voto che era stato evitato sul caso Siri, per non certificare la spaccatura nel governo.
Nomine – Via libera dal Cdm alle nomine di Giuseppe Zafarana a capo della guardia di Finanza, Biagio Mazzotta alla ragioneria dello Stato e Pasquale Tridico all'Inps.
Dl Sicurezza – Nel corso della giornata sono venute fuori indiscrezioni sui contenuti del decreto sicurezza bis. Nell'ultima bozza, diffusa dal Viminale, ci sono anche una serie di norme per contrastare la violenza negli stadi. Si tratta dell'art. 13 del decreto, che contiene "Misure per il contrasto di fenomeni di violenza connessi a manifestazioni sportive".
Nel testo si confermano la confisca delle navi che si comporti illecitamente e raccolga naufraghi in mare per portarli in Italia e la multa (che non sarà di 5.000 euro per migrante come ipotizzato) ma andrà complessivamente da 10 a 50 mila euro. La nave verrà confiscata "in caso di reiterazione della condotta illecita" o "qualora il numero degli stranieri sbarcati è superiore a 100".
L'ira di Conte – Prima della riunione, il premier Giuseppe Conte ha rivolto parole molto dure al sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti, che lo ha accusato di non essere più imparziale: "Mettere in dubbio la parzialità del presidente del Consiglio non è una cosa grave ma gravissima". E ancora: "C'è una grammatica costituzionale: se si mette in dubbio l'imparzialità e l'operato del presidente del Consiglio si mette in discussione anche l'azione di governo e allora bisogna farlo in base a percorsi chiari e trasparenti. Le sedi ufficiali sono innanzitutto il Consiglio dei ministro e in prospettiva anche il Parlamento. Non possiamo accettare allusioni, insinuazioni affidate alla stampa con una mezza intervista, un mezzo video su Facebook. Chi lo fa se ne assuma conseguentemente la responsabilità. In Cdm alcuni giorni fa si è votato all'unanimità".
Parallelamente allo scontro Conte-Giorgetti, è continuato il dibattito Salvini-Di Maio sul decreto sicurezza. Per il ministro dell'Interno "è pronto. Se ci sono miglioramenti, suggerimenti, sono disponibile ad accoglierli. L'importante è fare". Ma il testo sembra non essere mai stato visionato dal M5s: "Vediamo se ci sono le norme sui rimpatri. Il ministro dell'Interno mica ce lo ha fatto leggere, lo vediamo oggi in Consiglio dei ministri per la prima volta", ha spiegato il leader M5S. "Non ha il testo del decreto sicurezza bis?", ha replicato ancora Salvini. "Glielo rimanderemo, a colori, tutti gli uffici ce l'hanno e hanno fatto proposte e suggerimenti. C'è anche l'accordo sui rimpatri, ci stiamo lavorando con il ministero degli esteri, e lui lo dovrebbe sapere".
Il leader ha confermato però il suo appoggio alla misura se avrà tutto in regola sul fronte rimpatri. "Se invece deve essere soltanto una trovata elettorale vuol dire che si stanno prendendo in giro gli italiani". Poi l'affondo: "Non capisco questa ossessione sui ricollocamenti, fino a ieri andavano bene e oggi che li facciamo per Salvini non vanno più bene. Sta emergendo una verità: ci avviamo a risolvere il problema migranti e la Lega va nel pallone, perché non ha più argomenti. Se i ricollocamenti funzionano loro di che parlano. Ormai sono un disco rotto, monotematici, parlano solo di migranti e quando non sanno che dire la sparano. Mi auguro che dopo il 26 maggio tornino normali".
Ma la domanda che tutti si pongono è: l'esecutivo tiene? "Da parte mia il Governo va avanti al 100%, poi siamo in due. Come marito e moglie. Se tutti mantengono la parola data si va avanti. Io 'no' non ne ho detti, come sul reddito di cittadinanza che non è proprio una battaglia storica della Lega", ha risposto Salvini. Il leader del Carroccio, ormai insofferente ai rifiuti del M5S, è poi tornato all'attacco: "Il problema sono i no e ultimamente quelli del M5S sono tanti, tra l'altro in sintonia con il Pd di Zingaretti, ma penso che sia la campagna elettorale". "Ad oggi sono orgoglioso che rispetto ai 10 mila sbarchi dello scorso anno siamo a quota mille. Mi spiace che questo crei uno scontro politico: vale per Renzi come per Di Maio che più o meno dicono le stesse cose in questi giorni, e non solo sui migranti. Io continuo a fare il mio lavoro".
La precisazione del Mit sul dl sicurezza – Secondo quanto riferisce il ministero dei Trasporti, non c'è alcuna contrarietà sui punti del cosiddetto decreto sicurezza bis che riguardano nello specifico il dicastero guidato da Toninelli. "Da parte del Mit – spiegano dal ministero – arriva un contributo decisivo a rendere il testo realmente efficace. Tra gli interventi suggeriti ecco la confisca della nave che violi le norme sull'immigrazione, di cui anche il ministro Salvini sta parlando in queste ore: è una delle proposte del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e non era contemplata dal Viminale".
E ancora: "Il Mit, rispetto alle versioni provenienti dall'Interno, cancella il richiamo alle 'condizioni di cui all'articolo 19, comma 2, lettera g) della Convenzione di Montego Bay', sostituito dal riferimento alle norme sull'immigrazione quando si parla di divieto di transito e sosta di una nave. In questo modo si va sullo specifico del trasporto illecito di persone, lasciando da parte le violazioni di carattere fiscale o doganale. Ciò a riprova di come il Mit stia operando in modo fattivo e concreto per rendere pienamente efficace dal punto di vista normativo la linea politica espressa sul tema dal governo fin dalla sua formazione".

