Ma il pentastellato Brescia ricorda: " La Lega votò la legge sui canapa shop". Il Viminale emana una direttiva
Al via alla lotta di Matteo Salvini contro la cannabis. Secondo quanto fa sapere il Viminale, sono stati chiusi altri tre negozi di cannabis cosiddetta 'legale' in provincia di Macerata: con questa operazione, la provincia marchigiana non ha più attività di questo tipo. "Sono sicuro che il 'modello Macerata' può essere replicato con successo in tutta Italia – ha sottolineato il ministero dell'Interno – . Complimenti al questore e alla magistratura, lo Stato dimostra di non essere complice di chi vende prodotti che fanno il male dei nostri figli".
La direttiva – Il Viminale ha emanato una direttiva per monitorare tutti i negozi in giro per il Paese. Il documento è indirizzato ai Prefetti, al capo della polizia, ai commissari di governo per le Province di Trento e Bolzano e al presidente della Giunta regionale della Valle d'Aosta. "Tra le finalità della coltivazione della canapa industriale non è compresa la produzione e la vendita al pubblico delle infiorescenze, in quanto potenzialmente destinate al consumo personale, in quantità significative da un punto di vista psicotropo e stupefacente, attraverso il fumo o analoga modalità di assunzione", si legge nel testo. Che chiede "una puntuale ricognizione di tutti gli esercizi e le rivendite presenti sul territorio, in condivisione con le amministrazioni comunali ed attraverso il concorso dei rispettivi comandi di Polizia locale e degli sportelli deputati al rilascio delle necessarie autorizzazioni amministrative". Inoltre, il monitoraggio dovrà in particolare "riguardare la verifica del possesso delle certificazioni su igiene, agibilità, impiantistica, urbanistica e sicurezza, richieste dalla legge per poter operare" dei cosiddetti canapa shop. Mentre "un altro aspetto da prendere in esame è la localizzazione degli esercizi, con riferimento alla presenza nelle vicinanze di luoghi sensibili quanto al rischio di consumo delle sostanze, come le scuole, gli ospedali, i centri sportivi, i parchi giochi, e, più in generale, i luoghi affollati e di maggiore aggregazione, soprattutto giovanile". In questo senso, la Direttiva del ministero dell'Interno indica agli enti locali che le "nuove aperture di simili esercizi commerciali" dovranno prevedere "una distanza minima di almeno cinquecento metri dai luoghi considerati a maggior rischio"
Nella Direttiva del Viminale si legge ancora che gli "esiti dell'attività di ricognizione condotta" saranno sottoposti alla valutazione dei "Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica, allargati alla partecipazione dei rappresentanti della Regione, dei sindaci dei Comuni di maggiore dimensione e di quelli interessati dalla presenza degli esercizi commerciali in argomento, nonché dei rappresentanti della magistratura", al fine di "declinare un programma straordinario di prevenzione di eventuali comportamenti vietati da parte degli operatori commerciali, specialmente se diretti verso la categoria più vulnerabile degli adolescenti". Ecco perché il documento chiede che "i servizi di 'osservazione' potranno consentire lo svolgimento di apposite analisi sui prodotti acquistati negli esercizi in esame, finalizzate a scongiurare situazioni di detenzione e vendita che rientrano nel perimetro sanzionatorio della normativa antidroga". Infine, il Viminale, ribadendo "la necessità di un'azione che si ispiri ai canoni della più ampia condivisione e del massimo coordinamento", invita i destinatari della Direttiva a realizzare "entro il prossimo 30 giugno, uno specifico report sulle risultanze della ricognizione svolta e sulle iniziative conseguentemente intraprese"
Lo scontro con il M5s – Salvini si è dimostrato pronto a un altro scontro con il ministro del Lavoro. "Dico a Luigi Di Maio – ha dichiarato – che combattere la droga significa anche combattere la mafia, come dimostrano gli arresti delle ultime ore contro il clan Casamonica. Mi aspetto che il senatore dei 5Stelle Mantero ritiri la proposta sulla droga libera. Non è nel contratto di governo e non voglio lo Stato spacciatore".
Questa volta, appunto, il tema è la cannabis. Nelle ore scorse il ministro dell'Interno ha promesso una lotta senza frontiere alle droghe, anche quelle leggere. Ha promesso di chiudere tutti i negozi di cannabis legale e di vietare le manifestazioni legate alla marijuana, con ogni mezzo che ha a disposizione. Appare determinato: "Su altro non litigo con gli amici della maggioranza, su questo sì", giura. Il riferimento non è solo alle liti sul sottosegretario del Carroccio, ma anche alla richiesta fatta agli alleati di governo di abbandonare qualunque progetto di liberalizzazione. Il leader della Lega va pure oltre dicendosi disposto anche a "mandare a casa" l'esecutivo su questo tema. Pronta la replica di Luigi Di Maio: "Siamo tutti contro la droga ma basta minacciare il governo. Basta. Gli italiani non ne possono più". E stuzzica: "La lotta alla droga è come la pace nel mondo: la vogliamo tutti. Ben venga che Salvini voglia chiudere i negozi irregolari, ma lo pregherei di chiudere anche le piazze di spaccio della Camorra e della Mafia".
Il 'Capitano' però non ha dubbi: "La droga è un'emergenza nazionale de-vas-tan-te", dice scandendo le sillabe. In Italia ci sono più di 600 punti vendita che propongono filtri per tisane, semi di canapa, bevande energetiche, torte, ma anche bustine di marijuana 'legale', con un valore bassissimo di thc, sostanza psicotropa. Il vicepremier fa sapere di aver dato indicazione a tutti i responsabili delle forze dell'ordine di controllarli uno per uno, con l'obiettivo di chiuderli.
Nel dibattito interviene proprio Mantero, primo firmatario della proposta di legge per la legalizzazione della canapa: "Salvini non sa distinguere un fiore di canapa industriale senza effetti psicotropi dalle 'droghe' come le chiama lui… ma di marketing ne sa a pacchi, probabilmente le vendite del suo libro non vanno bene e punta ad una percentuale su quelle del mio romanzo? Lo aspetto domenica 12 al Salone Internazionale del Libro, allo stand di Bibliotheka Edizioni, così gli faccio una dedica su una copia di 'Falene' e gli spiego un paio di cose sulla canapa".
E il pentastellato Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio, ricorda: "I canapa shop sono legali grazie alla legge 242/2016. Una legge votata all'unanimità nella scorsa legislatura addirittura in sede legislativa, cioè senza passare dall'aula, sia alla Camera e al Senato. Tutto è partito da una proposta di legge M5S. Secondo alcune ricerche accademiche, grazie a questi negozi lo spaccio di marijuana e hashish è diminuito. E allora chi vuole davvero combattere la droga? Con che coraggio cambiamo in corsa una legge e mettiamo in crisi tante imprese che sulla base di una legge hanno investito e creato posti di lavoro? Poi è il Movimento 5 Stelle a voler distruggere l'economia".
Come spesso accade, è il presidente del Consiglio a dover mediare tra le due anime del suo esecutivo. "Cannabis light? Ho un'agenda molto fitta, questo non è all'ordine del giorno", dice infatti Giuseppe Conte, a margine del vertice Ue di Sibiu, in Romania, provando a spegnere il fuoco delle polemiche.
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