Nella riunione del Consiglio (due ore) c'è stata una discussione "civile e pacata". Per la Lega hanno parlato Salvini e Bongiorno. Critiche alla decisione di Conte da fonti leghiste. Il numero uno del Carroccio: "Raggi indagata da anni è al suo posto, nostri candidati specchiati". Di Maio: "Orgoglioso della decisione". L'ex sottosegratrio ai pm: "Mai ricevuto denaro"

Alla fine, non c'è stato bisogno di un voto in Consiglio dei ministri. E' stato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al termine di una discussione di circa due ore, a annunciare e ribadire la sua decisione di togliere la delega al sottosegretario leghista Armando Siri indagato per corruzione. La discussione è stata "civile e pacata". Per la Lega hanno parlato Giulia Bongiorno (nota avvocata penalista) e lo stesso Matteo Salvini che poi ha ribadito la piena fiducia in Conte e ha anche ribadito di voler difendere fino in fondo Armando Siri "innocente fino a prova contraria".

Il Consiglio dei ministri ha preso il via intorno alle 10 e mezza Prima c'era stata una riunione dello stato maggiore leghista nell'ufficio di Giorgetti. Poi, in Cdm, Conte ha esposto le motivazioni della sua decisione di revocare l'incarico a Siri. Motivazioni che dovrebbero essere più  meno le stesse che Conte espresse nella conferenza stampa. In sostanza, secondo il premier, non è in discussione l'onestà del sottosegretario (che sarà colpevole solo dopo una sentenza) ma non è opportuno che una persona accusata di corruzione con imprenditori in odore di mafia, non può far parte del governo del Paese.

Subito dopo Conte ha annunciato che chiederà "a Mattarella la revoca della nomina di Siri a sottosegretario" e ha ribadito che dal Consiglio dei ministri è venuta "una piena fiducia nel mio operato".

Lega e Salvini – Un'ora e mezza dopo la fine del Cdm arriva il punto di vista della Lega attribuito a "fonti vicine alla Lega": "In Cdm c'è stata una delibera del presidente del Consiglio Giuseppe Conte per la revoca del mandato a Siri ma nessun voto". La Lega ribadisce di "aver espresso contrarietà alla decisione e preso atto della facoltà del presidente del Consiglio di chiedere la revoca del sottosegretario".

Ma il comunicato esprime un forte disappunto dei leghisti sul piano politico e etico: La Lega, viene sottolineato, "difende un principio: non può esserci un automatismo tra indagini e colpevolezza. È un principio di civiltà giuridica che vale per tutti. Lega e 5 stelle. L'apertura di un'inchiesta non può coincidere con la chiusura o la condanna – è il ragionamento – Siamo dell'opinione che chi ha incarichi istituzionali deve pagare il doppio se colpevole, ma contrari al principio di colpevolezza senza processo".

Una questione ribadita anche da Salvini, che ha sottolineato: "I processi si fanno in tribunale e ritengo ci siano 60 milioni di presunti innocenti fino a prova contraria. Per quello che mi riguarda però abbiamo talmente tante cose da fare che niente mi fa cambiare idea sul fatto che l'Italia abbia bisogno di un governo". 

Poi l'affondo ai 5Stelle: "Prendo atto del fatto che la Raggi e al suo posto essendo indagata da anni, i nostri candidati sono specchiati".

Di Maio – Luigi Di Maio si è detto invece "molto orgoglioso di far parte di questo governo" per la decisione presa. "Qui eravamo di fronte a condotte politiche non in linea con un governo del cambiamento" ha detto Di Maio riferendosi, evidentemente, alle pressioni di Siri sulle questioni dell'eolico (indipendentemente dal fatto che ci sia stata, promessa o ricevuta una mazzetta) e "in questi casi la politica deve agire prima dei magistrati". Il vicepremier ha anche attaccato il Pd ricordando che, mentre in Lombardia, Forza Italia ha preso provvedimenti di sospensione nei confronti di indagati e arrestati "non mi risulta che, in Calabria il Pd abbia fatto altrettanto". Di Maio ha anche ricordato che il Cdm ha deciso di andare avanti su Flat tax e salario minimo.

"La questione morale deve essere al centro di un governo del cambiamento – ha detto Di Maio – . Sicuramente ci sono sensibilità diverse e credo che il fatto che il M5s in questi anni sia stato intransigente abbia permesso di limitare i rischi di infiltrazione. Se una forza politica reagisce sbattendo fuori chi sbaglia è logico che chi è malintenzionato corre un rischio maggiore. Dovrebbero farlo tutti. Io non rinnego quello che abbiamo fatto ma sicuramente il M5s non rinnega i propri valori e questo ci ha portato a insistere per tre settimane". 

"Io mi auguro – ha aggiunto il vicepremier – che sia innocente ma se Siri viene rinviato a giudizio o condannato che responsabilità ci prendiamo? Quell'emendamento non è passato perché noi ci siamo opposti. Non creiamo un pericoloso precedente perché noi valutiamo caso per caso e in questo caso abbiamo valutato il tipo di condotta che emerge dalle carte dell'indagine. Per essere credibile non puoi fare una legge anticorruzione e poi chiudere un occhio su condotte opache".

La memoria difensiva di Siri – Intanto l'ormai ex sottosegretario ha depositato una memoria difensiva ai pm di piazzale Clodio ed è stato sentito in un ufficio distaccato della procura, accompagnato dal suo legale. Siri ha rilasciato dichiarazioni spontanee in merito all'indagine per corruzione in cui è coinvolto con l'imprenditore Paolo Arata.

Davanti ai pm il senatore "ha ribadito con fermezza di non aver mai ricevuto, né da Paolo Franco Arata, né da chiunque altro, promesse di pagamento o dazioni di denari, che avrebbe rifiutato con sdegno, facenti riferimento al merito della sua attività di Senatore della Repubblica e/o di Sottosegretario di Stato", fa sapere il legale Fabio Pinelli. Inoltre "ha spiegato e documentato, in dettaglio, tutti i rapporti istituzionali incorsi con Arata, che, già noto quale tecnico esperto di rango in materia ambientale ed energetica, si era presentato a lui quale portavoce e rappresentante sostanziale del Consorzio dei Produttori di Energia da Minieolico".

"Tale Consorzio è un Ente rappresentativo d'interessi collettivi – prosegue  – accreditato' per tale al Registro Trasparenza dei portatori d'interesse, istituito presso il Ministero dell'Industria e dello Sviluppo Economico, il cui vertice apicale è l'Onorevole Luigi Di Maio".

Il senatore "ha prodotto, in proposito, all'attenzione dei magistrati – prosegue il difensore – superando di propria iniziativa le garanzie sulla riservatezza della corrispondenza e delle comunicazioni dei parlamentari (quelle previste dall'art. 68 della Costituzione), tutti gli scambi di messaggi, telefonici e di posta elettronica, intercorsi con Arata". Il leghista "ha ribadito, con il conforto della corrispondenza consegnata – prosegue la nota – di aver solo interloquito con il suddetto Cpem e di aver veicolato, in sede politica, le istanze emendative di categoria che gli erano state rappresentate; e ciò semplicemente trasferendole all'attenzione degli Uffici ministeriali competenti, oltreché di altri componenti del Parlamento, per le loro libere valutazioni e determinazioni".

Siri ha evidenziato che la sua "modalità di azione politica (nella vicenda per cui è indagato per corruzione ndr) non è in alcun modo suscettibile di essere piegata al soddisfacimento di interessi particolari di chicchessia". Siri, si legge "ha inteso rivendicare che una condotta di questo tipo debba essere considerata non solo lecita, ma finanche politicamente doverosa".

Infine ha precisato che la sua condotta rispetto alle norme sul settore eolico finite al centro dell'indagine, è stata "non solo lecita, ma finanche politicamente doverosa". Non solo. "Quelle proposte emendative, poi non approvate in sede legislativa, le riteneva e le ritiene assolutamente condivisibili; anche perché del tutto coerenti, politicamente, con il cd. contratto di Governo e le indicazioni di programma della Lega e del Movimento 5 Stelle: tutte orientate, in materia di sostegno del fabbisogno energetico e tutela ambientale, a imprimere una fortissima accelerazione al mercato delle piccole installazioni che producono energia da fonte eolica".

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