Il leader del M5S ribadisce la necessità di un passo indietro del sottosegretario leghista, che ha preparato una memoria sui suoi rapporti con Arata ed è pronto a rispondere ai magistrati. Il numero uno del Carroccio: "L'ultima delle cose di cui hanno bisogno gli italiani è una crisi di governo". Fonti 5S: "Salvini porta flat tax in Cdm? Becera propaganda"
Nervi tesi nel governo per il caso Siri. Mercoledì in Consiglio dei ministri dovrà essere decisa la sorte del sottosegretario della Lega indagato per corruzione. E in attesa di decisioni ufficiali continua il braccio di ferro tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
"Faccio l'ultimo appello alla Lega, quello di far dimettere Armando Siri prima del Cdm e che non si arrivi alla conta", dice il leader M5S. "Non saremo noi ad aprire una crisi di governo. Non saremo noi a parlare di poltrone. Trovo assurdo che ci siano spaccature" e "spaccarsi su una battaglia che ci dovrebbe vedere uniti alla Lega è un messaggio sbagliato dato al Paese". "Se si deve votare si vota – aggiunge -, si sa bene come finirà".
"I pubblici ministeri – continua – lo dicono esplicitamente nell'avviso di garanzia: Siri 'ha asservito la funzione pubblica a interessi privati'. Di fronte a questo è impossibile restare fermi". "Se qualcuno si vuole coprire gli occhi faccia pure, il MoVimento 5 Stelle non lo farà perché ci sono fin troppe ombre e stranezze in questa storia. Chiediamo che a un politico indagato per corruzione non sia concessa la possibilità di amministrare soldi pubblici. L'Abc del cambiamento, che questo governo ha l'ambizione di portare avanti. Non capirò mai perché la Lega in queste settimane abbia continuato a difendere Siri invece di fargli fare un passo indietro. Oggi è l'ultimo giorno utile perché Salvini comprenda l'importanza di questa vicenda. Mi auguro faccia la cosa giusta".
Secca la replica del numero uno del Carroccio: "Dedicherò al Consiglio dei ministri il tempo necessario per fare tutto quello che serve". Ma ribadisce: "Non c'è neanche una prova certa ma chiacchierate telefoniche di terze persone che coinvolgono altre persone e su questo chiedo qualcosa in più". Poi, nel corso della registrazione di Matrix a Canale 5, sottolinea: "Se sul caso Siri si va al voto noi votiamo contro e loro se ne prendono la responsabilità, poi andiamo avanti e continuiamo a lavorare". "L'ultima delle cose di cui hanno bisogno gli italiani è una crisi di governo. Proseguiamo fino a fine mandato", aggiunge Salvini.
E sulla questione interviene anche il premier, Giuseppe Conte che si sente chiamato in causa. La Lega, neanche troppo velatamente, lo ha accusato di essersi schierato nella vicenda dalla parte del M5S e di essere venuto meno al suo ruolo "super partes". Già ieri, Conte aveva risposto di non essere "arbitro" ma presidente del Consiglio e di avere il diritto e dovere di prendere delle decisioni. Oggi aggiunge: "Non c'è da arretrare o avanzare, la situazione è molto chiara, il mio è stato un percorso lineare, una decisione che non ho preso a cuor leggero. Vedrete che ci sarà un Consiglio dei ministri che si scioglierà molto serenamente".
Caso flat tax – A poche ora dal Cdm sembra scoppiare un nuovo caso tra Lega e M5S. "Cosa porta Salvini in Consiglio dei ministri, la flat tax? Ennesima farsa", dichiarano fonti del Movimento 5 Stelle, in replica alle dichiarazioni del vicepremier e ministro dell'Interno, che aveva spiegato di voler portare la riforma fiscale nella riunione di Palazzo Chigi. "Non può portare un decreto senza che il Colle ne sappia nulla" e "inoltre mancano le coperture", proseguono le fonti. Spiegando che si tratta di "becera propaganda sulle speranze dei cittadini che aspettano la riduzione delle tasse".
L'interrogatorio di Arata – Intanto, in un ufficio distaccato della Procura di Roma, si è svolto l'interrogatorio all'imprenditore Paolo Arata, indagato insieme al sottosegretario leghista per corruzione nell'ambito dell'inchiesta sull'eolico. Al termine dell'atto istruttorio i magistrati hanno deciso di secretare il verbale. "Abbiamo reso dichiarazioni sulla vicenda che chiama in causa il mio assistito – fa sapere il difensore Gaetano Scalise – fornendo chiarimenti ai magistrati e riteniamo di avere chiarezza in relazione alle contestazioni mosse dalla Procura".
A sollecitare l'atto istruttorio era stato lo stesso Scalise, subito dopo le perquisizioni dello scorso 18 aprile. Arata risponde di corruzione in concorso per aver promesso 30mila euro al senatore del Carroccio in cambio dell'approvazione (mai avvenuta) di alcuni emendamenti legati agli incentivi sul mini eolico.
Nel frattempo, il legale di Siri ha fatto sapere che depositerà "una memoria difensiva al precipuo fine di rappresentare, in modo esaustivo e documentale, i rapporti con Paolo Franco Arata". Insieme alla memoria "renderà dichiarazioni e risponderà ad eventuali richieste di chiarimenti avanzate dai magistrati".
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