Il ministro dell'Interno: "Aiutare tutti i Comuni con provvedimenti ad hoc". Ma fonti pentastellate spiegano: "Nessuno stralcio della norma 'Salva Capitale'". Irritazione di Conte per l'uscita del leghista

E' ancora scontro sul 'Salva Roma' tra Lega e M5S. Stando a quanto riferito dal vicepremier Matteo Salvini, nel decreto Crescita, all'esame del Consiglio dei ministri, sono entrate le norme per i risparmiatori delle banche ma non quella che più sta facendo discutere le due parti. Tuttavia, fonti pentastellate hanno fatto sapere che la trattativa non è affatto chiusa e che "dunque non si è potuto stralciare nulla, meno che meno il salva-Capitale". Al Cdm, iniziato in ritardo, sono presenti tutti i ministri leghisti. Luigi Di Maio, assente in un primo momento, si è unito successivamente alla riunione.

Fonti di governo precisano che nel testo del decreto era presente la norma Salva Roma su cui è ancora in corso la discussione. Così quella di Salvini – che ha parlato dello stralcio della norma ancora prima che iniziasse il Cdm- è stata un'uscita che ha sorpreso e irritato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il clima al tavolo, viene riferito, è piuttosto teso: il M5S ha ribadito che si tratta, più che di un Salva Roma, di una norma che non riguarda direttamente l'amministrazione Raggi ma che a costo zero permette allo Stato di risparmiare sugli interessi del debito della Capitale.

Salvini – Il leader del Carroccio, parlando davanti Palazzo Chigi, ha dichiarato: "Abbiamo chiesto al presidente del Consiglio che tutti i comuni in difficoltà siano aiutati nello stesso modo con un provvedimento a parte". "Ci sono tanti Comuni in dissesto, in predissesto – ha spiegato Salvini – noi vogliamo aiutare i cittadini romani, i cittadini catanesi, alessandrini, savonesi: lo faremo con un provvedimento ad hoc". "Se lo stralcio è concordato con Di Maio? Io concordo con chi c'è, non con chi non c'è", ha poi sottolineato. 

Dopo aver detto che "siamo felici che finalmente il Cdm approvi il decreto crescita", Salvini ha quindi elencato alcune misure contenute nel provvedimento in discussione stasera a Palazzo Chigi: "ridurrà le tasse alle imprese del 2% -questa è vita vera- riduzione dell'Ires, maggiorazione della deducibilità dell'Imu, rientro dei cervelli, superammortamento per i beni strumentali, semplificazione del fondo di garazia per il fondo per le Piccole e medie imprese, rifinanziamento del fondo di garanzia per la prima casa, tutela dei marchi storici italiani, contrasto al falso Made in Italy, tutela dei risparmiatori truffati da banchieri irrispettosi, taglio dei vitalizi regionali: quindi è una bella botta alla crescita del Paese, è l'inizio di un precorso".

Il dibattito sul 'Salva Roma' – La discussione sulla norma della discordia è andata avanti per tutta la giornata, con Salvini che ribadisce la sua posizione: "Noi regali non ne facciamo". Ma a chi lo accusa di voler far saltare l'esecutivo risponde secco: "No, no, abbiamo troppe cose da fare quindi figuriamoci se la Lega abbia voglia di far saltare tutto questo". 

Di Maio però non demorde: "Cosa penso del muro della Lega su Roma? Nulla, trovo grave che per fare campagna si colpisca la capitale di Italia lanciando slogan su un provvedimento a costo zero. È probabile che Salvini non abbia compreso la natura della misura, visto che punta a non far pagare più non solo ai cittadini romani gli interessi su un debito vecchio di 20 anni alle banche, ma anche a tutti gli italiani considerato che i 300 milioni il governo Berlusconi li prese nel 2008 dalla fiscalità generale. Spiegherò io stesso tutto questo a Salvini e sono sicuro che troveremo una soluzione".

Sempre dal M5S, arriva una stoccata al ministro dell'Interno: "L'unico vero 'Salva Roma' lo ha fatto il governo di centrodestra nel 2008. Matteo Salvini era in Parlamento mentre la Lega votava a favore. Si è forse pentito, oppure sta semplicemente montando una polemica ad arte sulla pelle dei cittadini, solo per nascondere il caso Siri? La misura attualmente allo studio di Governo e Campidoglio è a costo zero per gli italiani".

Intanto contro la norma la Lega è compatta. Anche la ministra della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno rincara la dose: "Qualsiasi norma che vada ad aiutare un Comune va benissimo, Roma io la ho particolarmente nel cuore, vivo qui da tantissimo tempo. E' chiaro che dobbiamo tenere in considerazione anche il fatto che esistono altri Comuni che hanno delle esigenze. Quindi l'idea è quella di fare in modo che anche altri Comuni che abbiano delle necessità di particolare attenzione del Governo siano prese in considerazione. Quindi il dibattito di oggi pomeriggio dovrà portare a una sintesi tra le esigenze di Roma e quelle di altri Comuni". 

Ma il blocco di centrodestra è pronto a votare per il sì, sia la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni che Antonio Tajani di Forza Italia.  "Sul Salva Roma – dichiara Meloni – aspetto di leggere le norme perché con questo Governo non si sa mai. Se si tratta, come affermano fonti governative, di spostare la gestione del debito della Capitale dal Governo al Comune, consentendo così al Comune di rinegoziare gli interessi con le banche, davvero non capisco come si faccia a votare contro. Se è questa la norma, annuncio il voto di Fratelli d'Italia. Il governo trovi altro su cui litigare piuttosto che farsi delle ripicche sulla pelle dei romani".

Anche Tajani punta il dito contro l'esecutivo: "Il dibattito tutto elettorale sul salva-Roma è assurdo. La questione è molto più seria: in gioco c'è il futuro della Capitale e, quindi, dell'Italia. Mi domando se il governo abbia una visione per la Capitale del Paese. Far pagare ai romani i problemi all'interno della maggioranza gialloverde è da irresponsabili".

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