Il supplemento redatto dalla commissione guidata dal professor Ponti. Conte: "Mai aperto a mini-Tav né anticipato il giudizio"

Nuovi sviluppi sul caso Tav. Ora l'attenzione è tutta sul supplemento di analisi alla costi-benefici, già redatto dalla commissione guidata dal professor Marco Ponti. Dal Mit fanno sapere che anche in questa seconda versione il risultato è molto negativo: "Come ammesso dagli stessi autori, che il Ministero ringrazia per lo sforzo ulteriore, questo contributo si basa su una impostazione che in qualche modo distorce il corretto fondamento della analisi originale. Il risultato è comunque molto negativo – circa -2,5 miliardi nello scenario realistico, peraltro con una incidenza nettamente inferiore delle mancate accise incassate dallo Stato – e ciò nonostante si considerino i costi dell'investimento al netto dei fondi Ue che, tuttavia, arriveranno eventualmente in massima parte solo a consuntivo", aggiunge il Mit. "La bozza di questo supplemento è stata consegnata alla Struttura Tecnica di Missione del Ministero soltanto nella giornata di ieri e sarà regolarmente pubblicata – conclude la nota – dopo il vaglio di conformità da parte della medesima Struttura".

Intanto la presidenza del Consiglio precisa che il premier Giuseppe Conte "non ha aperto a nessuna ipotesi di mini-Tav né ha mai richiesto un ulteriore contributo all'analisi costi-benefici dell'opera, contributo che è stato invece sollecitato dal Mit", smentendo quindi le ricostruzioni apparse su alcuni quotidiani. "Il presidente Conte – continua la nota – non ha mai anticipato nessun giudizio, mentre ha sempre ribadito e ancora ribadisce che verrà presa, nella massima trasparenza, la migliore decisione possibile nell'interesse esclusivo del Paese e dei cittadini all'esito dello studio attento del dossier e del confronto politico che ne conseguirà". Ma il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, sentito a Versailles nell'ambito del convegno tra Confindustria italiana e Medef francese, ha detto ha spiegato che sulla Tav "c'è un dibattito all'interno del Governo italiano, credo in un'evoluzione positiva". 

Sul tema interviene il prof. Francesco Ramella Pezza, sottolineando che "l'impostazione corretta, che abbiamo anche ribadito al Ministro, è europea, ovvero si devono considerare i costi e i benefici per tutti coloro che sono coinvolti". "Immaginiamo – prosegue il componente della commissione costi-benefici – di realizzare una strada in Sicilia. La strada viene finanziata con i soldi di tutti gli italiani. E quando noi facciamo l'analisi costi-benefici dobbiamo considerare i costi di tutti e non solo la quota parte di finanziamento dei siciliani. Perché se no si arriverebbe al paradosso che le opere in Sicilia vengono finanziate dai lombardi, quelle in Lombardia vengono finanziate dai marchigiani e a questo punto la costi-benefici perde del tutto il suo valore".

Ramella Pezza esprime "perplessità su un'analisi solo guardando al lato italiano e non a quello europeo che è stato, in realtà, poi il punto di vista che ha sempre illustrato il progetto". "Ci è sempre stato presentato come un progetto europeo, ora lo si analizza solo dal punto di vista italiano", conclude il professore. 

Nel frattempo il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli assicura che "entro la prossima settimana ci sarà una decisione sulla Tav, questo è certo". "Nei prossimi giorni – prosegue – facciamo un bell'incontro con Conte, i due vicepremier e il sottoscritto: chiariremo tutto e nonostante i punti di partenza distanti troveremo una soluzione". Che per il titolare del Mit, anche se non detto a chiare lettere, è contraria alla prosecuzione dei lavori della Torino-Lione.

Peccato che al suo fianco al Mit sieda il sottosegretario Armando Siri. Anche lui ottimista per una soluzione, anche se di segno opposto: "Nessuno è mai andato indietro, questa è la situazione, stiamo ragionando e stiamo trovando le giuste sintesi. Non vedo gamberi nel governo, non vedo gente che torna indietro".

I tempi però stringono, perché se non verranno pubblicati i bandi di gara di Telt entro marzo si rischia di perdere i 300 milioni di fondi europei. Qui lo 'stratagemma' è pronto: ok alla stesura ufficiale, ma in base alla legge francese l'avvio di una gara con l'invito alle aziende interessate non comporta automaticamente l'obbligo di avviare i lavori. "Se partissero i bandi non mi preoccuperei. Nel diritto francese c'è la clausola di senza seguito, i bandi se dovessero partire rappresentano in realtà una ricognizione di 6 mesi", ha spiegato Toninelli. Centottanta giorni di ossigeno senza penale: non male per un governo gialloverde che guarda l'orologio come giudice del suo destino.
 

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