Il leader di Forza Italia prova a punzecchiare Salvini, sperando che presto abbandoni Di Maio e il M5S per tornare all''ovile'. Ma lui ribadisce: "Questo governo non cadrà"
Ora può partire il tam tam. Due vittorie su due, in Abruzzo e in Sardegna, con la coalizione che tiene e si conferma, unita, la soluzione vincente. Silvio Berlusconi ora può ripartire dal 52 per cento che il centrodestra ha incassato sull'isola, per punzecchiare l'alleato, Matteo Salvini, fino a fargli abbandonare Luigi Di Maio e puntare a governare il Paese con Forza Italia. Alla fine, ne è certo, porterà a casa il risultato.
L'ex premier aspetta i risultati ad Arcore, lo scrutinio va a rilento, e appena il vantaggio di Christian Solinas è tale da essere irraggiungibile per rivale Massimo Zedda, fa la sua analisi del voto: i 5Stelle stelle sono in caduta libera e questo denota che gli italiani "stanno riaprendo gli occhi" e "Matteo da solo non è autosufficiente". E' quanto basta per sentirsi "soddisfatto", è quanto basta per poter guardare al 24 marzo, quando si apriranno le urne in Basilicata con il candidato azzurro, il generale Bardi, a correre per la poltrona da governatore. Non importa se i numeri anche questa volta non hanno premiato il partito. Fi rispetto alle politiche del 2018, in Sardegna passa dal 14,78 al 7,8, praticamente la metà. Per Berlusconi fondamentale è che il centrodestra vinca rosicchiando anche l'ultimo voto dei 5Stelle. Forza Italia, in questo quadro, resta "essenziale" per arrivare a una maggioranza che, col tempo, e con il fallimento delle misure che questo governo sta mettendo in campo, aumenterà e sarà così in grado di poter ambire a Palazzo Chigi.
Previsioni, non certezze, che però si scontrano con i pensieri del Capitano che vede l'esecutivo non in scadenza, ma abbastanza resistente per poter durare 5 anni. "Se il 24 marzo si vince in Basilicata non cambia nulla – ripete come un disco rotto – se si vince alle europee, bene andiamo avanti". E' evidente però che i risultati della Lega in Sardegna non soddisfano le aspettative del leader. Non si può parlare di "delusione", confida qualche leghista, ma il partito non fa il "botto" come sperato. In molti in via Bellerio fanno ricadere il mancato exploit sull'insoddisfazione dei pastori sardi dopo il confronto con il governo. La Lega aveva infatti ottenuto nel 2018 in Sardegna 10,8 per cento, mentre nelle elezioni di domenica solo l'11,48.
Stabile Fratelli d'Italia che sull'isola passa dal 4,04 al 4,69 per cento. "Fdi è l'unico partito che cresce, oltre alla Lega – rileva Giorgia Meloni – e questo lascia ben sperare penso anche per il futuro del governo della nazione, visto anche un tracollo dei cinquestelle che non ha precedenti nella storia della Repubblica Italiana". Chiusa una partita se ne apre subito un'altra, anzi tre, Il 24 marzo sarà la volta della Basilicata e il 26 maggio quella del Piemonte, in election day con le Europee.