La Giunta per le immunità ha detto no al processo per il ministro dell'Interno. Fondamentale il voto del M5s
Il Senato ha detto no all'autorizzazione a procedere contro il ministro dell'Interno Matteo Salvini per il reato di sequestro di persona aggravato nel caso Diciotti. La decisione è stata presa dalla Giunta per le Immunità, riunita a Sant'Ivo alla Sapienza e presieduta da Maurizio Gasparri. Gasparri è uscito e ha dato la notizia ai giornalisti assiepati davanti all'aula: il suo parere che negava l'autorizzazione a procedere, ha ricevuto 16 voti a favore e 6 contro. Poco lontano, oltre alle transenne, un gruppo di parlamentari del Pd gridavano: "Onestà" e mostravano cartelli con scritto "#Vergogna".
Il risultato della votazione a Palazzo Madama era abbastanza scontato. La giunta è composta da 23 senatori: 7 M5s, 4 Fi, 4 Pd, 4 Lega, 1 Leu, 1 Autonomie, 1 FdI e 1 gruppo misto, rappresentato dall’ex pentastellato Gregorio De Falco. Dalla parte del no a procedere si erano già schierati Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Autonomie (per un totale di 10 voti a favore) a cui si sono aggiunti i 7 del Movimento 5 stelle, che ha optato per questa strada dopo aver consultato sulla piattaforma Rousseau la base degli iscritti.
Il presidente Maurizio Gasparri ha anche spiegato che, oltre al documento che è stato discusso e votato oggi, depositerà nei prossimi giorni lam sua relazione che verrà poi portata all'attenzione dell'aula. La relazione contiene "elementi emersi dal dibattito". Gasparri ha detto che alcune delle cose emerse le condivide e altre no, ma che gli sembra corretto portarle all'attenzione dell'aula: "Anche perché – ha aggiunto – questo è il primo caso di questo tipo che affrontiamo".
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