L'unica maggioranza possibile vedrebbe insieme Ppe S&D e Alde (o Verdi). L'estrema destra lepeniana e leghista arriverebbe all'8%. Determinante il contributo italiano ai maggiori spostamenti
Perdono popolari e socialisti, esplodono i sovranisti (con il decisivo contributo italiano della Lega), ma, alla fine, l'unica maggioranza possibile sarebbe quella tra Ppe, S&D e Alde (liberali) o, in alternativa i Verdi. O, addirittura, tutte e quattro le forze europeiste insieme. Le tante minoranze, ancorché in crescita non sembrano cumulabili per "mandare a casa" (come vorrebbero Salvini e Di Maio) l'attuale establishment dell'Unione Europea. Sono i dati dei diversi sondaggi nazionali, raccolti dal Parlamento europeo e proiettati sul voto di maggio che dovrà eleggere 705 deputati (oggi, prima della Brexit, sono 751). In tutti i maggiori "movimenti" (perdite di popolari e socialisti e crescita dei sovranisti) il contributo dell'Italia risulta determinante. Il nostro sarebbe dunque il Paese che più degli altri determinerà i nuovi assetti europei.
Di certo, però, lo choc sarebbe notevole, soprattutto in Italia, dove la Lega potrebbe arrivare al 32% e mandare 27 deputati a Strasburgo diventando il secondo partito nazionale dopo la Cdu tedesca. Il sovranismo europeo (ENF Europa delle Nazioni e delle Libertà) pur crescendo di 3,5 punti percentuali, non andrebbe oltre l'8% (tra 55 e 60 deputati). Quanto al Gruppo a cui aderiscono i M5S (EFDD Europa delle Libertà e della Democrazia Diretta) il sondaggio lo vede al 6% con un incremento dello 0,5%. L'alleanza dei due (non si dimentichi che ENF è considerato di estrema destra) non sembra, allo stato delle cose, praticabile.
Ma vediamo i dati resi noti dal Parlamento Europeo. I popolari arriverebbero al 26% (-3%) e otterrebbero 183 seggi (-34). I socialisti farebbero segnare una pesante sconfitta (-6%) e il crollo del Pd (che nel 2014, con Renzi al suo top, prese il 40,8% con 31 seggi e che, ora, arriverebbe a meno della metà) sarebbe determinante da questo punto di vista. Il sondaggio attribuisce al S&D 135 seggi (-51 sul 2014). Alde (Alleanza dei democratici e dei liberali) che in Italia non è praticamente rappresentato, sarebbe la terza forza con l'11% (+1,5%) e 75 parlamentari (+7). L'alleanza dei tre partiti (393 seggi) sarebbe più che sufficiente per dare una maggioranza al Parlamento.
Subito dopo le tre forze maggiori, ci sarebbero, sempre secondo il sondaggio, sei gruppi molto diversi tra loro, collocati tra l'8% e il 6% che arriverebbero, in tutto, al 36% ma che non potrebbero allearsi tra loro. Si va da ENF (lega, sovranisti e lepeniani) con l'8% e 59 deputati, all'ECR (Conservatori e riformisti) con il 7% e 51 parlamentari, ai Gue-Ngl (sinistra) col 7% e 46 seggi, a Verdi e Ale col 6% e 45 seggi e a EFDD (M5S) con il 6% e 43 deputati. Un dieci per cento (poco più di 50 seggi) viene attribuito a forze minori e nazionali.
Un Parlamento più piccolo, dunque (senza gli inglesi) con una maggioranza non semplice da trovare ma ancora abbastanza saldamente in mano ai partiti delle grandi famiglie politiche del secolo s corso. Potrebbe però essere l'ultimo appello per cambiare e per trovare un ruolo davvero positivo alla grande istituzione comunitaria.
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