Pubblicato dal Mit il documento della commissione guidata dal prof Marco Ponti. Due scenari entrambi con risultato in perdita. Ma nel pomeriggio deve intervenire per correggere un "macroscopico errore" sulle penali e i risarcimenti che non ammonterebbero a 4,2 miliardi ma a 400 milioni. Ora è all'esame del governo
Un saldo negativo tra i 7 e gli 8 miliardi di euro. E' il succo della famosa analisi "costi-benefici" prodotta dalla commissione guidata dal prof. Marco Ponti pubblicata sul sito del Ministero dei Trasporti. Lunedì sera era stata consegnata dal dicastero di Danilo Toninelli agli altri membri del governo: da Giuseppe Conte a Luigi Di Maio e a Matteo Salvini che hanno cominciato a parlarne nel vertice a Palazzo Chigi al quale, per altro, è stato assente proprio il leader del M5s. E Toninelli esulta: "Come adesso tutti possono vedere, i dati sono decisamente negativi. Direi impietosi. Adesso deciderà il governo".
Ed ecco la "sentenza": "L'analisi condotta mostra come, assumendo come dati di input relativamente alla crescita dei flussi di merce e dei passeggeri e agli effetti di cambio modale quelli non verosimili contenuti nell'analisi costi-benefici redatta nell'anno 2011, il progetto presenta una redditività fortemente negativa". In mattinata, il Mit ha fatto sapere che la relazione finale è stata firmata da 5 membri su 6 della commissione: "Si precisa che il professor Pierluigi Coppola non ha partecipato, in specifico, alla stesura della relazione sulla analisi costi-benefici Torino-Lione". Il documento è stato sottoscritto da: Marco Ponti, Paolo Beria, Alfredo Drufuca, Riccardo Parolin e Francesco Ramella. Coppola ha consegnato al ministro Toninelli una nota con elementi di valutazione sulla Tav. E' quanto si apprende da fonti vicine al Mit. Il professore non era comunque organico a questo studio a prescindere dalle valutazioni, sottolineano le stesse fonti.
Il "macroscopico errore" – Ma, nel pomeriggio, poche ore dopo la diffusione dell'analisi, il MIT deve provvedere a una correzione per "un macroscopico errore che determina un eventuale costo di uscita dall'opera assolutamente abnorme rispetto alla realtà"..Ed ecco l'errata corrige del Ministero dei Trasporti: "La percentuale a titolo di risarcimento per lo scioglimento dei contratti (dal 10 al 30%) non va parametrato sul costo totale dell'opera, ma sui contratti effettivamente in essere al momento, ossia circa 1,3 miliardi. Dunque, il conto finale si aggirerebbe tra i 130 e i 400 milioni circa". Nel conto sulla prima versione, risarcimenti e penali ammontavano a 4,2 miliardi.
La Lega attacca – Dalla Lega arrivano i primi segnali del braccio di ferro: "Valuteremo l'analisi costi-benefici e faremo le nostre valutazioni. Ritengo che il contratto che abbiamo sottoscritto sia un contratto che prevede una valutazione di diverse modalità di esecuzione della Tav, per ottenere maggiori risparmi, per avere una maggiore tutela ambientale e per evitare opere inutili. Su questo si può ragionare. Pensare di non realizzarla onestamente non la vedo un'ipotesi percorribile", ha detto a Sky TG24 Pomeriggio il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari. "L'analisi costi-benefici – ha concluso – è un''analisi tecnica come ce ne sono molte altre, ma non è il Vangelo. A mio avviso prima di mandare tutto a monte bisogna riflettere bene e soprattutto, nel caso in cui non si trovi un accordo, l'ultima parola deve essere data ai cittadini".
L'Analisi – La realizzazione della Tav comporta più costi che benefici, con una perdita di circa 6-7 miliardi di euro. Il progetto "presenta una redditività fortemente negativa". Nel dettaglio, i benefici risultano pari a 885 milioni di euro, mentre le perdite in uno scenario realistico arrivano fino a 7 miliardi. "Il valore attuale netto economico (Vane), ovvero il saldo tra i costi e i benefici, risulta pari rispettivamente a -6,9 miliardi considerando i costi "a finire" (escludendo i soldi già spesi, 1,4 miliardi) e a -7,9 miliardi qualora si faccia riferimento al costo intero. Inoltre, i benefici ambientali attesi, "sono, a livello nazionale e ancor più europeo, di entità quasi trascurabile".
Difficile, si legge nelle considerazioni conclusive dell'analisi tecnico-giuridica sulla Tav allegata a quella costi-benefici, "determinare in maniera netta i costi in caso di scioglimento": il costo massimo tra penali e rimborsi potrebbe arrivare a 4,2 miliardi. Qui c'è il "macroscopico errore" di cui sopra. Questa cifra, dunque, secondo le ultime correzioni del Mit, dovrebbe ridursi a circa 400 milioni.
Le conclusioni degli esperti – Gli effetti positivi complessivi del progetto durante gli anni di esercizio – escludendo cioè il costo di investimento – risultano pari ad appena 885 milioni. Questo risultato deriva dalla somma di due componenti di segno opposto, spiegano i tecnici.
Le merci – La prima, relativa ai flussi di merci, determina un effetto negativo pari a 463 milioni. Il beneficio economico conseguente alla possibilità di instradare treni lunghi e pesanti sull'itinerario 'di pianura' reso possibile dall'opera in esame, sommato alla riduzione delle esternalità negative risulta minore della perdita di accise e di pedaggi. Il risultato negativo è fortemente influenzato anche dal fatto che i flussi di traffico su ferrovia esistenti – ossia quelli che con certezza godrebbero della riduzione dei costi operativi – sono di entità molto modesta sia in termini assoluti sia rispetto a quelli che dovrebbero cambiare modo.
I passeggeri – La seconda componente, relativa ai passeggeri, determina un beneficio positivo pari a 1,3 miliardi. Considerato che i costi attualizzati di investimento "a finire" e gestione dell'opera assommano a 7,9 miliardi, il "valore attuale netto economico" ossia la perdita di benessere – differenza tra costi sostenuti e benefici conseguiti – conseguente alla realizzazione dell'opera risulta pari a 7 miliardi. A questo valore devono essere sottratti i costi di ripristino delle opere realizzate finora (messa in sicurezza delle gallerie e rinaturalizzazione dei siti) stimati pari a 347 milioni e quelli della 'messa in sicurezza' della linea storica che, a seconda degli scenari di traffico che si intenderà considerare, potrà essere garantita con interventi a basso impatto economico ovvero con altri di maggiore rilievo, da definirsi a seguito di una specifica analisi del rischio nonché dei benefici attesi, per un ammontare massimo di 1,5 miliardi. Al netto di tali costi, il vane risulterebbe pari a -5,7 miliardi.
Il saldo – Nello scenario 'realistico' inserito nell'analisi costi benefici sulla Tav, pubblicata oggi dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti sul proprio sito, il valore attuale netto economico (Vane), ovvero il saldo tra i costi e i benefici, risulta pari rispettivamente a -6,9 miliardi considerando i costi "a finire" (escludendo i soldi già spesi) e a -7,9 miliardi qualora si faccia riferimento al costo intero.
Costo di realizzazione- Con riferimento all'impatto sulle finanze pubbliche degli Stati interessati, il costo da sopportare in caso di realizzazione del progetto non è rappresentato dalla somma dei soli costi di investimento e di gestione; a questi devono infatti essere sommate le minori accise che portano il bilancio complessivo da 10 a 11,6 miliardi (flussi attualizzati) nello scenario 'realistico' e a 16 miliardi in quello 'Osservatorio 2011'.
L'impatto ambientale – I benefici ambientali attesi – monetizzati pari a circa 5 miliardi nello scenario 'Osservatorio 2011' – sono, a livello nazionale e ancor più europeo, di entità quasi trascurabile. Per quanto riguarda in particolare le emissioni di CO2, obiettivi ambiziosi di riduzione possono essere conseguiti – come già accaduto nei decenni passati per gli inquinanti locali – solo grazie all'innovazione tecnologica dei veicoli e alla conseguente riduzione delle emissioni unitarie; tale necessaria condizione comporterebbe automaticamente una forte riduzione del 'vantaggio competitivo ambientale' del modo di trasporto ferroviario e, quindi, del beneficio dello spostamento dalla gomma alla ferrovia. Se venisse realizzata la Tav, in media, in un giorno, la durata dei viaggi dei veicoli tra Milano e Parigi si ridurrebbero di 2 minuti e 20 secondi; quelli tra Milano e Lione si accorcerebbero di 1 minuto e 20 secondi e il tempo di attraversamento della tangenziale di Torino diminuirebbe di circa 5 secondi.
Il peso delle accise – Nello scenario 'realistico', le accise pesano per 1,6 miliardi e non sono 'decisive', come fa notare Toninelli, nel far pendere l'ago della bilancia dalla parte dei costi.
La mini-Tav – Se non venisse realizzata la tratta Avigliana-Orbassano, limitando il progetto alla cosiddetta mini-Tav, il Valore attuale netto economico dell'investimento (Vane) con costi 'a finire' ammonterebbe a -6,1 miliardi e quello calcolato con riferimento al costo intero a -7 miliardi. In caso di mancata realizzazione della tratta i mancati benefici per i passeggeri regionali risulterebbero pari a 305 milioni.
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