Diciotti, memoria di Salvini in Giunta. Conte-Di Maio-Toninelli: “Decisioni condivise dal governo”

Il vicepremier: "Non chiedo favori e lascio che ognuno voti con coscienza". Scoppia un caso sugli allegati firmati dal premier e dai due ministri, Gasparri: "Documenti ammissibili"

Il presidente della Giunta per le Immunità del Senato, Maurizio Gasparri, ha dichiarato ammissibili gli allegati alla memoria difensiva di Matteo Salvini sul caso Diciotti. I documenti erano a firma del premier Giuseppe Conte e l'altro a firma di Luigi Di Maio e Danilo Toninelli. Non c'è stato alcun voto in giunta, ma una decisione del presidente di Giunta "a norma di regolamento", ha riferito, al termine della seduta, il senatore M5S Mario Giarrusso. Secondo quanto si apprende, la Giunta voterà la richiesta di autorizzazione a procedere entro il 20 febbraio. Mercoledì 13 e giovedì 14 si svolgerà invece la discussione generale.

Tra gli esponenti politici che avevano sollevato la questione della ricevibilità delle carte c'è Gregorio De Falco. I documenti allegati, "dovrebbero prima essere valutati dal tribunale dei ministri di Catania", dice l'ex 5S ai giornalisti. Per quanto riguarda il Movimento 5 stelle, secondo De Falco "è nel loro dna votare sì" all'autorizzazione a procedere. E "molti esponenti del M5s hanno sostenuto" che con questo voto "lo stesso Movimento di gioca la credibilità", spiega il senatore, sottolineando che "all'interno del M5s c'è la necessità di fare chiarezza tra la convenienza e la coerenza".

Anche per Pietro Grasso gli allegati "sono irricevibili da un punto di vista procedurale e si impone la trasmissione di questi atti al tribunale dei ministri perché la partecipazione del Governo non era conosciuta al tempo". "A norma di regolamento le memorie in questi casi provengono dall'interessati e invece gli allegati sono stati firmati da Di Maio e Conte", ha spiegato il senatore di Leu.

Il contenuto dei documenti – Nelle carte il premier parla di "attuazione di un indirizzo politico-istituzionale che il governo ha condiviso", posizione ribadita anche dai due pentastellati.

"Le azioni poste in essere dal ministro dell'Interno – si legge ancora nel documento di cui LaPresse è in possesso – si pongono in attuazione di un indirizzo politico istituzionale che il governo da me presieduto ha sempre coerentemente condiviso fin dal suo insediamento. Di questo indirizzo, così come della politica generale del governo, non posso non ritenermi il responsabile, ai sensi dell'articolo 95 della costituzione".

"Lascio che tutti leggano le carte, non chiedo favori e lascio che ognuno voti con coscienza. Il Senato dirà se quello è stato un atto nell'interesse della sicurezza italiana per smuovere la comunità internazionale", ha dichiarato intanto Salvini, in un'intervista a Radio Anch'io.