Gasparri annuncia: "Ci pronunceremo entro il 23 febbraio. Se il ministro vorrà essere sentito, potrà già esserlo la prossima settimana"
Conclusa la prima riunione della Giunta per le immunità del Senato che ha avviato l'iter sulla richiesta di autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini in relazione al caso Diciotti. Anche se per il momento verranno espletate solamente le prime formalità, gli occhi, ovviamente, sono puntati sul Movimento 5 Stelle e, in particolare, su Luigi Di Maio. Avrà detto ai suoi di percorrere la strada del 'sì' all'autorizzazione a procedere, cavalcando le idee che hanno segnato il Movimento, o quella del 'no' per non sconfessare l'azione di governo?
Sul punto dice la sua il sottosegretario agli interni Carlo Sibilia: "Va fatta una riflessione tecnica all'interno della Giunta, ma se il caso andrà in aula, noi voteremo assolutamente sì", conferma a Circo Massimo, su Radio Capital. "Il M5S non ha mai negato il processo a un politico". E sul voto il Movimento sarà compatto: "Su queste questioni non c'è libertà di coscienza, ci sarà una decisione unitaria". Senza, però, passare per la rete: "Vedo improbabile un referendum online". Sulla gestione della Diciotti, ricorda Sibilia, "ci fu un'azione corale del governo". Governo che, comunque vada la votazione, non è a rischio: "Non credo che verrà messa in discussione la tenuta dell'esecutivo", conferma il sottosegretario, "E penso che sia la stessa posizione dei leghisti".
Una posizione, quest'ultima, condivisa anche dal premier Conte: Dal caso Diciotti "non mi aspetto nessuna ripercussione" sulla tenuta dell'esecutivo, perché l'accordo M5S-Lega "nasce da un contratto di governo" e "si sta sviluppando con piena concordia tra le parti. È un caso che non lede la prospettiva politica del governo".
Intanto, al termine della riunione, il presidente della Giunta, Maurizio Gasparri, ha riferito che la decisione sul caso dovrà essere presa entro il 23 febbraio. "Se Salvini vorrà essere sentito, potrà già esserlo la prossima settimana", ha proseguito Gasparri.
Il nodo M5S – Mentre Sibilia è convinto di un sì compatto, non tutti i pentastellati la pensano allo stesso modo. "E' stato condiviso un percorso di approfondimento delle carte. Stamattina lo completiamo. Non abbiamo ancora un orientamento, abbiamo la necessità di approfondire. Sentiremo le parti e nel giro di qualche giorno avremo un quadro più chiaro", dice il senatore Francesco Urraro.
Un cubo di Rubik difficile da risolvere, che potrebbe stritolare i Cinque Stelle. Ecco allora la ricerca di una exit strategy, che permetta al Movimento di dire 'no', senza rischiare di macchiarsi, per così dire, la fedina penale. Il Tribunale dei ministri doveva chiedere l'autorizzazione a procedere per tutto il governo e non solo per il titolare dell'Interno, è il ragionamento. E in base a questo i pentastellati potrebbero, diciamo per un vizio di sostanza, servire il loro diniego senza battere ciglio. Per sapere quale strada avranno scelto non ci resta che attendere.
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