Ora è compito dei parlamentari di Palazzo Madama mettersi al lavoro, perché il decreto dovrà essere trasformato in legge entro metà marzo

Le prime uscite dal mondo del lavoro da un lato, i primi benefici della misura bandiera del M5S dall'altro. Aprile sarà il mese più caldo del governo gialloverde, visto che, di fatto, tra poco più due mesi dovranno vedersi gli effetti concreti di quota 100 e reddito di cittadinanza, con diversi scogli all'orizzonte. E il conto alla rovescia è finalmente partito: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decretone con le due misure e il testo è stato formalmente trasmesso al Senato. Ora sarà compito dei parlamentari di Palazzo Madama mettersi al lavoro, perché il decreto dovrà essere trasformato in legge entro metà marzo.

È il reddito di cittadinanza quello che dovrà superare più ostacoli, sia per i beneficiari (quasi 5 milioni di persone), sia per la complessità della misura, negli intenti del M5S un volano per l'economia e non un sussidio assistenziale. L'Inps deve partire in quarta in questo sentiero stretto (Padoan dixit): entro febbraio l'istituto di previdenza ha il compito di predisporre il modulo per la domanda, mentre il 5 marzo sarà il primo giorno utile per presentare la richiesta. Entro il mese di aprile si riconosceranno i primi assegni, che potranno essere utilizzati tramite la famigerata Carta rdc, realizzata in collaborazione con Poste. Un ruolo importante per il funzionamento del reddito lo avranno i navigator, i tutor pensati dal prof Tridico per aiutare le persone a trovare un lavoro e collegare il mondo della domanda a quello dell'offerta, ovvero le imprese. La truppa dei 10mila al momento avrà un contratto a termine, ma la stabilizzazione è stata assicurata a più riprese, perchè, come ha sottolineato la ministra per il Sud Barbara Lezzi, "i navigator fanno parte integrante del progetto Reddito di cittadinanza". L'avvertenza generale per i fortunati che riusciranno ad accedere al reddito (presumibilmente a maggio) è una sola: dovranno spenderlo tutto nel mese, altrimenti subiranno un taglio dal 10 al 20% del beneficio già nei 30 giorni successivi.

ANCHE PER QUOTA 100 INPS PROTAGONISTA. Il fratello del reddito di cittadinanza è quota 100, la riforma pensionistica targata Lega che permette il diritto alla pensione anticipata al raggiungimento di un'età anagrafica di almeno 62 anni e di un'anzianità contributiva minima di 38 anni. La misura è sperimentale per il triennio 2019-2021 e riguarda una platea di circa un milione di persone nel periodo scelto. Quota 100, Opzione donna, la proroga dell'Ape sociale, l'abrogazione dell'incremento della speranza di vita dei precoci e gli altri oneri pensionistici costeranno nel 2019 4,98 miliardi di euro, cifra che sale a 8,5 miliardi nel 2020 e a 9 miliardi nel 2021 per poi diminuire negli anni successivi. L'Inps è al lavoro per l'emanazione dei decreti attuativi, ma gli step sono chiari: si torna ad un sistema di finestre mobili differenziate tra settore privato e pubblici dipendenti. Ovvero 3 mesi per i primi e 6 mesi per i secondi dalla data di maturazione dei requisiti. Con la prima uscita fissata al 1° aprile 2019 (per il settore privato) e al 1° agosto 2019 (mondo statale). Per lasciare il mondo del lavoro bisognerà aver messo in casseforte i requisiti entro il 31 dicembre 2018. Gli esclusi? Il comparto difesa e sicurezza (Forze Armate, Forze dell'ordine e vigili del fuoco), per il quale continuano ad applicarsi i requisiti previdenziali più favorevoli previsti nel Dlgs 165/97.

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