I pentastellati restano compatti: se i costi saranno superiori ai benefici la Tav non si farà

Il Movimento 5 Stelle non è disposto a cedere: la Tav non s'ha da fare. Nonostante l'alleato di governo, per voce del vicepremier Matteo Salvini, abbia abbandonato ogni cautela e continui a ribadire che i costi per bloccare l'opera sarebbero maggiori di quelli per realizzarla. Nonostante il sistema piemontese delle imprese, della cooperazione e delle professioni chieda la ripresa dei lavori nei cantieri dal lato italiano. Nonostante le opposizioni esortino la Lega a "mandare a casa" l'esecutivo giallo-verde se non si completerà la Torino-Lione.

I pentastellati sono compatti: se i costi saranno superiori ai benefici la Tav non si farà. Ed è infatti una guerra di numeri e dati, ancora sconosciuti ma solo evocati: da un lato, la tanto attesa analisi tecnica, richiesta e voluta dai 5 Stelle, che si prevede dia esito negativo all'opera. Dall'altro, nuove cifre in possesso del ministro dell'Interno Matteo Salvini, fornite da alcuni tecnici, che invece darebbero luce verde. Tanto da spingere il leader leghista a visitare il cantiere di Chiomonte la prossima settimana. Ed è anche una guerra di posizioni dai toni sempre più duri. Direttamente a Salvini si rivolge il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli da Pioltello, nel giorno del ricordo delle tre vittime dell'incidente ferroviario di un anno fa: "mi avrebbe fatto molto piacere vederlo qui con me – spiega – gli avrei detto: 'non blocchiamo le grandi opere, possono essere utili. Ma per evitare le morti, serve la Tav o serve che non si sprechino denari pubblici e si investa sulla messa in sicurezza delle nostre infrastrutture?".

Il premier Giuseppe Conte nel ruolo di mediatore tra i due alleati prova ancora una volta a difendere il metodo: "Vogliamo riveder se quelle valutazioni che sono state fatte più di vent'anni fa sono ancora attuali visto che questo benedetto 'buco' non è ancora iniziato?", si infervora. Un metodo invece meno apprezzato dal ministro dell'Economia Giovanni Tria che esprime dubbi "su come sia stata fatta" l'analisi ribadendo la necessità di far ripartire tutti gli investimenti pubblici. "Se la Tav non si fa la Lega abbia il coraggio di mandare a casa il governo Conte", è il richiamo del presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, già vicepresidente di Forza Italia che sarà in piazza contro la politica economica del governo. Ma non si esce dallo stallo: slitta ancora, forse a febbraio, l'ufficializzazione dei numeri dell'analisi tecnica. Non si conoscono neanche quelli del contro-documento di Salvini utile alla Lega per fare pressing. O, quantomeno, per cercare di convincere i pentastellati a una soluzione 'meno cara' della Torino-Lione. La battaglia dei prossimi mesi, con la scadenza di fine marzo sui fondi europei a rischio, è ancora lontana dalla conclusione. 

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