La decisione in contrasto con la richiesta di archiviazione della procura. Il vicepremier: "Ora tocca al Senato, io non mollo"
Il tribunale dei ministri di Catania, contraddicendo la richiesta motivata di archiviazione della Procura della Repubblica del capoluogo etneo, ha richiesto l'autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti del ministro dell'Interno Salvini per il caso Diciotti. Il vicepremier è indagato per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio.
Come si legge negli atti trasmessi dal procuratore di Catania alla presidenza del Senato "per avere nella sua qualità di ministro dell'interno, abusato dei suoi poteri, privato della Libertà personale di 177 migranti di varie nazionalità giunti al porto di Catania a bordo dell'unità navale di soccorso 'U. Diciotti' della Guardia Costiera italiana".
"Torno a essere indagato per sequestro aggravato di persone e minori. Pena prevista da 3 a 15 anni di galera. Mi sono arrivati gli atti del tribunale di Catania. Questo perché osai bloccare lo sbarco della nave Diciotti", commenta a caldo su Facebook Salvini. "Ora – prosegue – tocca al Senato esprimersi sul sequestro di persona aggravato. Ma io continuerò a lavorare per difendere i confini del mio Paese e la sicurezza degli italiani. Io non mollo".
Poi la provocazione: "Chiedo solo al popolo italiano se riteniate che io debba continuare a fare il ministro esercitando i doveri di ministro, oppure se dobbiamo demandare a questo o quel tribunale le politiche sull'immigrazione".
La richiesta di autorizzazione a procedere è stata già trasmessa alla Giunta per le Immunità del Senato. L'organismo guidato dal presidente Maurizio Gasparri ha fissato l'inizio dell'esame per la prossima settimana. La Giunta ha tempo 30 giorni per esprimere il parere.
Il Tribunale dei Ministri chiede al Senato il rilascio dell'autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini perché "nella qualità di ministro, violando le convenzioni internazionali in materia di soccorso i mari e le correlate norme di attuazione, non consentendo senza giustificato motivo al competente dipartimento per le libertà civili e per l'immigrazione – costituente articolazione del Ministero dell'Interno – di esitare attivamente la richiesta di POS (place of safety), presentata formalmente da IMRCC (Italian marittime Rescue coordination Center) alle ore 22:30 del 17 agosto 2018 bloccava la procedura di sbarco dei migranti, così determinando consapevolmente l'illegittima privazione della Libertà personale di questi ultimi, costretti a rimanere in condizioni psicofisiche critiche a bordo della nave 'U. Diciotti' ormeggiata nel porto di Catania dalle ore 23:50 del 20 agosto e fino a tarda sera 25 agosto, momento in cui veniva autorizzato lo sbarco". E' quanto si legge negli atti trasmessi dal procuratore di Catania alla presidenza del Senato. Secondo il Tribunale il "fatto aggravato dall'essere stato commesso da un pubblico ufficiale e con abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate, nonché per essere stato commesso anche in danno di soggetti minori di età".
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