La partita tripla dei pentastellati tra la campagna elettorale per le europee, il reddito di cittadinanza e il rapporto con la Lega
Con il ritorno di Alessandro Di Battista, il Movimento 5 Stelle è pronto a sfidare tutti. In primis la Lega. Ormai l'ex deputato è di fatto il 'frontman' pentastellato, acclamato da deputati e senatori alla sua prima riunione congiunta da 'esterno': "Sono fiero di quello che avete fatto, dobbiamo essere pronti perché stiamo toccando interessi anche geopolitici". Dibba ha parole al miele anche per Di Maio: "Sono orgoglioso di quanto ha fatto Luigi".
Una boccata d'ossigeno per il capo politico, che in questi mesi di governo con la Lega non ha certo visto crescere il consenso sulla sua leadership. Un'occasione è di certo l'approvazione del reddito di cittadinanza in Consiglio dei ministri, anche se ora viene il difficile con il passaggio in Parlamento. Ma ora c'è un alleato in più. "È un diritto in più, una cosa enorme" e "non lo toglierà mai nessuno", sottolinea infatti il 'figliol prodigo' Di Battista, che non la manda a dire agli oppositori: "Sono ridicoli quelli che vogliono fare il referendum".
Chi si è lasciato avvolgere dallo scoramento, in 'Ale' trova nuova energia. Perché con il suo eloquio riesce a catalizzare l'attenzione dei compagni di partito: "Con le gaffe e tutti quanti contro abbiamo preso il 32%". Basta a rassicurare le truppe, in questo momento. Poi arriva il turno di Di Maio, che un po' di cose le ha da dire ai suoi, prima di 'interrogare' i direttori di giornali, che martedì 22 gennaio terrà 'a lezione', a Roma, in un evento a cui prenderanno parte anche il premier, Giuseppe Conte, il presidente dell'associazione Rousseau, Davide Casaleggio, alcuni parlamentari Cinquestelle e, forse, Beppe Grillo, anche se le ultime notizie danno più probabile un forfait del co-fondatore e garante. Al massimo un videomessaggio. L'ossessione del ministro dello Sviluppo, però, è spiegare il reddito di cittadinanza ai media, per provare a frenare una 'stampa negativa' sul provvedimento cardine dell'azione M5S. Tanto, i giornalisti "sicuramente non l'avranno letto", ma è pronto a riassumerlo lui, "così non avranno scuse".
Il reddito di cittadinanza sarà il perno della campagna per le Europee di maggio, oltre alla lotta agli sprechi, che fa certo il suo effetto, ma sempre minore al mettere 780 euro al mese in tasca a chi non ha nulla. Però, questo sforzo va capitalizzato: "Dobbiamo andare nei territori – dice il capo politico ai suoi – ma senza dire quanto siamo bravi". Perché c'è un precedente troppo pericoloso: "Ricordate sempre cosa è successo a Renzi, parlate con le persone e spiegate come accedere ai fondi europei". Parlare di cose concrete, questo è l'input di Di Maio. Che considera "queste elezioni una grande occasione".
Ma dovrà superare innanzitutto la concorrenza degli alleati della Lega, ormai lanciatissimi – secondo i sondaggi – verso una vittoria assieme al fronte sovranista europeo. Quello di cui fanno parte i Paesi del Visegrad, ma soprattutto la Francia di Marine Le Pen. Che non è quella di Macron, altra ossessione pentastellata. Ma a "fare danni" oltralpe ora c'è Di Battista. L'uomo con le mani libere, che può parlare di confini da difendere e porti da lasciare aperti, parlando all'anima di destra e di sinistra del Paese, contemporaneamente. Dima-Dibba: il M5S gioca a 'due punte' per conquistare l'Europa. E riprendersi l'Italia.