Il primo cittadino Roberto Di Stefano: "Come avrei potuto negare loro lo spazio?". Il segretario di Sinistra Italiana: "Andremo lo stesso". Intanto su Change.org è partita la petizione antifascista
Nonostante le polemiche, il Comune di Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, dice "sì" al convegno di CasaPound di venerdì 18 gennaio, ma nega il gazebo chiesto da Sinistra Italiana e Leu per sabato prossimo con ospite Nicola Fratoianni. Il deputato era stato invitato proprio per volantinare contro la conferenza. Intitolata "Nessuna Europa è possibile", la convention dell'estrema destra si terrà nella sala comunale Spazio Arte. E dall'Anpi ai collettivi politici, fino al Movimento 5 Stelle, sono in tanti a urlare il dissenso per "l'offesa" alla città Medaglia d'Oro alla resistenza. A surriscaldare il clima politico nella cittadina, rossa dal '46 fino al 2017, nota come 'La Stalingrado d'Italia', è anche la comparsa di croci celtiche e svastiche sulle bacheche del circolo di Rifondazione comunista che sta raccogliendo le firme per vietare all'iniziativa. All'incontro di CasaPound saranno presenti anche gli esponenti nazionali della Lega Fabio Boinardi e Paola Frassinetti di Forza Italia, e il consigliere comunale di Milano di Fi, Angelo De Chirico.
"Come avrei potuto negare lo spazio a un partito che compare sulle schede elettorali?", si difende il sindaco forzista di Sesto, Roberto Di Stefano. "Non condivido le idee di CasaPound, ma rispetto la legge e la democrazia. Sarei un antidemocratico a non ascoltarli", spiega. Quanto al 'no' al banchetto chiesto per sabato 12 da Sinistra Italiana e Leu in piazza Resistenza, sede del Municipio, afferma: "Non è una zona adatta per un'attività del genere, ci sono i dipendenti comunali che entrano ed escono dagli uffici e un parcheggio in cui circolano le automobili". Il 'niet' del Comune, inviato per mail a Si e Leu, viene giustificato "per motivi di ordine pubblico, fino al 18 gennaio". Data in cui si svolgerà il meeting antieuropeista. Non l'ha presa bene Fratoianni: "Ci andremo lo stesso. Sono scuse risibili. Il sindaco si trincera dietro commenti democratici e continua a non vedere, o a non voler vedere, che CasaPound è un'organizzazione fascista. Semplicemente andrebbe sciolta".
Intanto la petizione su Change.org lanciata dal Comitato antifascista di Sesto per chiedere al sindaco Di Stefano, al questore di Milano, Marcello Cardona, e al prefetto Renato Saccone di annullare l'evento di CasaPound, ha superato le 6mila firme.
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