Secondo indiscrezioni, nel decretone che comprenderà quota 100 e reddito di cittadinanza, ci sarà un cambiamento strutturale dei due enti
Riforma della governance di Inps e Inail e probabili commissari pro tempore. Come se non bastasse già la complessità del decreto in cui confluiranno 'quota 100' e reddito di cittadinanza, il governo starebbe pensando ad una norma ad hoc che rivoluzionerebbe la struttura stessa dei due enti.
Secondo questa ipotesi al vaglio dell''esecutivo, l'idea finale sarebbe quella di tornare ad una gestione collegiale, riportando in vita i consigli di amministrazione spariti nove anni fa. Nel frattempo scatterebbero però i commissariamenti dei due istituti per gestire questa prima fase di nuova governance.
Di certo il momento è molto complesso, soprattutto per l'Inps. L'istituto di previdenza dovrà emanare i decreti attuativi di quota 100, in partenza secondo i programmi gialloverdi tra marzo e aprile. Al vertice qui c'è Tito Boeri, in scadenza il 16 febbraio e protagonista negli ultimi sei mesi di diversi scontri, anche molto accesi, con i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il primo, dopo le critiche alla riforma della Fornero, aveva invitato l'economista a dimettersi e scendere in politica. Con il numero 1 del M5S il casus belli riguardava invece la relazione tecnica del decreto dignità, che prevedeva 8mila posti in meno all'anno come effetto del provvedimento. La relazione diede vita alla famosa prima 'manina'.
All'Inail invece siede Massimo De Felice, che secondo il suo mandato dovrebbe terminare il proprio compito solo a novembre 2020. In attesa di mettere nero su bianco questo capitolo, c'è grande attesa per il maxi decreto con le misure cardine della manovra, che dovrebbe vedere la luce intorno al 10 gennaio. Sul tavolo per il 2019 ci sono in totale quasi 12 miliardi (7,1 per reddito e 4,7 per le pensioni), anche se le ultime bozze non hanno ancora diradato i dubbi.
Per il provvedimento caro al M5S sono ancora da definire precisamente le platee, con il rebus del sussidio agli stranieri. "La nostra norma sul reddito di cittadinanza è rivolta agli italiani – ha precisato dal Bellunese Di Maio -. Per fare questo innalzeremo il tetto dei lungo-soggiornanti, in modo da rispettare le norme europee, ma allo stesso tempo per rivolgere la misura ai cittadini del nostro Paese. Quindi, quei 5 anni che si legge nella bozza del decreto è da modificare, sarà più alto". Intanto sulla previdenza arriva l'allarme della Uil, che parla di "ulteriori discriminazioni nei confronti dei dipendenti pubblici". Il nodo riguarda la buonuscita, che nel caso superi i 100mila euro, sarà erogata "solo dopo ben 8 anni". La Lega sul tema rassicura, nonostante anche qui sia difficile stabilire quanti davvero usufruiranno delle famose finestre.