Il presidente della Camera tenta di ricucire lo strappo dopo il caos sulla manovra. Ma per Forza Italia e Pd sono solo "lacrime di coccodrillo"
Tempi contingentati, dibattito limitato al minimo per evitare l'esercizio provvisorio e la rabbia delle opposizioni. L'iter finale della manovra ha lasciato uno strascico di polemiche importanti anche nel nuovo anno; ecco allora che per spegnere l'incendio scende in campo in prima persona Roberto Fico. Anche se, vedendo le reazioni, il disagio rimane. Il presidente della Camera in primis difende l'azione del Parlamento: "In questi mesi ha agito efficacemente come trasformatore e integratore dei provvedimenti di origine governativa". Certo, qualcosa non è andato proprio come sperato, tanto che la terza carica dello Stato ammette come sia stata "dolorosa la compressione dei tempi di esame della legge di bilancio". Bisognava però evitare, è il ragionamento di Fico, "l'esercizio provvisorio, che avrebbe prodotto serie conseguenze sul sistema economico".
L'intervento di Fico, consegnato in una lettera pubblicata sul Sole 24 ore, richiama fortemente il discorso di fine anno arrivato dal Quirinale. Proprio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, infatti, aveva sottolineato come "la grande compressione dell'esame parlamentare e la mancanza di un opportuno confronto con i corpi sociali richiedono adesso un'attenta verifica dei contenuti del provvedimento". Approfondimento che secondo il numero 1 di Montecitorio deve coinvolgere anche il governo, con "l'obiettivo congiunto di una maggiore concertazione e programmazione normativa". Il messaggio finale è chiarissimo: il Parlamento non può perdere le proprie prerogative costituzionali. Anzi, la sua "centralità" non deve restare "una dichiarazione astratta ma un faro che ci indica la strada da seguire".
In linea teorica una tale presa di posizione dell'ortodosso pentastellato avrebbe dovuto trovare il plauso delle opposizioni, 'ferite' dalle ultime concitate settimane vissute tra Commissioni e aula. In concreto però arrivano forti critiche, soprattutto da Forza Italia. Renata Polverini invita Fico "addolorato a far sì che che la vergognosa umiliazione delle istituzioni non si ripeta in futuro", mentre Francesco Paolo Sisto definisce l'intervento del presidente della Camera la "lettera di un innamorato che ha tradito e cerca di farsi perdonare". Dal centrosinistra il senatore Pd Dario Parrini è duro ("Sono Insopportabili le lacrime di coccodrillo di Fico sul Parlamento umiliato nell'esame della legge di bilancio"), con Leu che per voce del capogruppo alla Camera Federico Fornaro lamenta la "perdita di una grossa occasione".
Nei prossimi mesi non mancherà per Fico l'occasione per passare dalle parole ai fatti: in agenda infatti ci sono sicuramente il referendum propositivo, la legittima difesa, oltre a temi caldi ancora senza assegnazione come autonomie, reddito di cittadinanza e quota 100. Intanto c'è già qualcosa per cui festeggiare: è ufficialmente applicata ai cedolini degli ex parlamentari la delibera che supera i vitalizi. "Grazie a questo atto, la Camera dei deputati risparmierà 44 milioni di euro all'anno. Un risparmio di circa 130 milioni di euro per il prossimo triennio, che comunque non è l'unico", esulta sui social il presidente della Camera. Che prepara anche altre proposte sulle sforbiciate, senza mai dimenticare "investimenti sulla qualità per far funzionare al meglio un'istituzione fondamentale per la democrazia del nostro Paese".
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