Superato lo scoglio dell'approvazione della manovra nei tempi, l'attenzione del presidente della Repubblica sarà altissima. L'inquilino del Colle vigilerà su come si svilupperanno i decreti attuativi

La Costituzione alle spalle, poggiata sul leggio dello studio alla Palazzina, non è un semplice ornamento. In una politica fatta di tante parole, dai toni troppo spesso aspri, crudi e senza filtri, Sergio Mattarella regala agli italiani considerazioni, e non bilanci, simboli e non semplici immagini. È la Carta il faro del presidente della Repubblica, una raccolta di norme e regole a cui Mattarella ha sempre risposto senza tentennamenti. Seguendo questo ragionamento appaiono sempre più inconsistenti i pettegolezzi e i rumors, che i giorni precedenti all'approvazione della manovra da parte del Parlamento, avrebbero voluto un presidente pronto a rinviare la legge alle Camere. Una idea che forse non ha mai sfiorato la mente del saggio Mattarella, garante della stabilità del paese. Stabilità e fiducia che ora, avendo evitato la procedura di infrazione, sono state salvaguardate.

Una firma che oggi appare scontata, perché anche dopo il duro braccio di ferro con l'Ue, è stato rispettato l'equilibrio di bilancio custodito nell'articolo 81 della Costituzione. Scongiurando così al Paese l'esercizio provvisorio. Attenzione però, Mattarella non ha tirato i remi in barca, tutt'altro. Superato lo scoglio dell'approvazione della manovra nei tempi, la sua attenzione sarà altissima. L'inquilino del Colle vigilerà su come si svilupperanno i decreti attuativi, sia in merito a quota 100 che sul reddito di cittadinanza, oltre agli errori da correggere, necessariamente, come il raddoppio dell'Ires per le società no profit e la questione annosa relatica agli Ncc.

Su quelli che saranno tutti provvedimenti che andranno all'esame delle Camere, Mattarella ha già lanciato l'alert: non si calpestino le prerogative del Parlamento. La compressione dell'esame riservato alla legge di Bilancio è stato digerito solo perchè si aveva un fine ultimo ben preciso. Il presidente si attende quindi dal Governo un "opportuno" confronto con le parti sociali, soprattutto con i sindacati, e soprattutto una attenta verifica dei contenuti dei decreti. Verifica che alla base deve avere "condizioni adeguate di esame e di confronto" tra Governo, Parlamento e gruppi politici. Si trovi il modo, ma solo dopo aver dedicato una approfondita riflessione su quando accaduto alla Camera e al Senato, per evitare che lo spettacolo dato nei palazzi della politica non si ripeta. Anche qui a dettare le regole è quel libro posto alle spalle del capo dello Stato, un volume con copertina in cuoio, che domina lo studio, quello in cui Mattarella lavora ogni giorno, e che ogni giorno lo accompagna nel suo ruolo di garante e difesa del futuro del paese.
 

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